Le Nozze di Cana del Veronese

Le nozze di Cana è un dipinto realizzato dal Veronese nel 1563 e conservato nel Museo del Louvre a Parigi.

Pagine correlate all’artista: Biografia e vita artistica – Le opere – Il periodo artistico – La critica nei secoli – La critica del Novecento.

Nozze di Cana del Veronese
Le Nozze di Cana del Veronese al Louvre

La storia del dipinto

Paolo  Caliari, meglio conosciuto come il Veronese, realizzò il grande dipinto in seguito ad una richiesta datata 6 giugno 1562.

L’incarico e la fama

L’incarico consisteva nella decorazione del refettorio benedettino nel Monastero di San Giorgio Maggiore sito nell’omonima isola. L’artista doveva realizzare una tela da apporre nella parete di fondo.
Il Veronese aveva già avuto positivi rapporti di collaborazione con lo stesso architetto negli affreschi realizzati a Villa Barbaro nel periodo 1560-61. La sinergia tra i due collaboratori si risolse con risultati formidabili, tanto che la popolarità del Veronese si diffuse in poco tempo a macchia d’olio in tutto il continente europeo.

Le nozze di Cana: Oggetto delle espoliazioni napoleoniche

L’11 settembre del 1797 la grande tela, che fu oggetto delle spoliazioni napoleoniche. Subito dopo, oltre alla suddetta alienazione, la tela subì lo scempio del taglio in sette pezzi per facilitarne il trasporto e, poi, il conseguente  restauro a Parigi.

Nel 1815, in seguito alle decisioni del Congresso di Vienna, la Francia dovette restituire le opere sottratte all’Italia. Il dipinto del Veronese non lasciò la città di Parigi perché il diplomatico responsabile Dominique-Vivant Denon ne dichiarò falsamente il precario stato di conservazione per affrontare un nuovo viaggio. In cambio i francesi offrirono un’opera di Charles Le Brun: “Il convito dal fariseo con la Maddalena ai piedi di Gesù”, un’opera minore che oggi è custodita a Venezia nei depositi delle Gallerie dell’Accademia [Art Bonus].

La permanenza a Parigi delle Nozze di Cana

Ancor oggi la Francia, in virtù dello scambio con il “Convito…”, ritiene legale il possesso delle Nozze di Cana, rifiutando qualsiasi altra trattativa riguardante il suo rientro. Infatti, già nel 1994 il direttore generale del Ministero dei Beni Culturali Francesco Sisinni, considerando iniquo e discutibile l’accordo del 1815, riteneva ormai mature le condizioni tecniche e culturali per il rientro dell’opera a Venezia facendone inutilmente istanza[Adnkronos].

Ancora, nel 2010, Ettore Beggiatto, noto storico e già assessore regionale ai lavori pubblici del Veneto, scrisse personalmente alla première Carla Bruni per sollecitare il rientro in Italia del dipinto[Finestre sull’arte], anche questa volta senza risultati.

Nel 2007 la Fondazione Cini, con sede nell’ex-monastero di S. Giorgio Maggiore, ha collocato nell’antico refettorio l’esatta riproduzione delle Nozze di Cana realizzata con speciali tecniche digitali. Il clone oggi si presenta perfettamente identico.

Descrizione e stile

La composizione narra un famoso episodio tratto dal Vangelo secondo Giovanni: Gesù, che nella tela si trova a tavola con la madre al suo fianco, operò il miracolo della trasformazione dell’acqua in vino durante un banchetto. La scena mostra dettagliatamente moltissimi particolari in una commistione antico-contemporanea.

Nella tela l’episodio si colloca in un’architettura classica, con un vasto cortile posto tra due ampi colonnati: illuminato a sinistra ed in ombra a destra.

Sopra la tavolata con Gesù, delimitata da una lunga balaustra, appare il cielo attraversato da nuvoloni bianchi e, sullo sfondo a destra, una torre. La prospettiva elaborata dall’artista è perfettamente centrale con una degradazione spaziale perfetta nella simmetria, a parte per la torre visivamente decentrata e solitaria.

Attorno a Gesù e Maria appaiono numerosi personaggi invitati al banchetto nuziale. Oltre ai partecipanti alla tavolata si vedono musicisti, camerieri e lavoratori di varia natura. Ogni figura, a prescindere dal proprio ruolo, si presenta con eleganti e sontuosi abiti dai colori e dai motivi assai ricercati.

Identificazione dei personaggi del dipinto.

Secondo le varie interpretazioni della critica, numerosi personaggi sarebbero riconoscibili nelle figure realizzate nella composizione. Tradizionalmente si riconoscono lo stesso artista e Tiziano Vecellio  (1488/1490 – 1576) in quei suonatori posti al centro in primo piano (Veronese con la viola da gamba e Tiziano con il contrabbasso). Il musicista seduto dietro con un altra viola da gamba potrebbe identificarsi in Diego Ortiz, maestro di musica nella cappella del Regno di Napoli.

Altri possibili personaggi che gli studiosi d’arte hanno riconosciuto sono: Eleonora d’Asburgo, Maria I d’Inghilterra, Francesco I di Francia, Vittoria Colonna, Solimano il Magnifico, Carlo V, Daniele Barbaro, Marcantonio Barbaro, Giulia Gonzaga, Triboulet, Reginald Pole e Mehmed Pascià Sokolovič.

Curiosità sulle Nozze di Cana del Veronese

Esiste una riproduzione delle Nozze di Cana realizzata con tecnica a olio su una superficie microscopica di 13 x 19,2 millimetri, di poco superiore a quella della monetina da un centesimo di euro.

La piccolissima miniatura l’ha realizzata il pittore Stefano Busonero nel Febbraio del 2024. L’esecuzione è stata fatta attraverso uno stereoscopio, usando pennelli con un’unica setola realizzati dallo stesso artista. Il pittore ha curato ogni minimo particolare e calcolato le effettive proporzioni, rispettando quelle del meraviglioso originale del Louvre che misura in lunghezza quasi dieci metri-

Le Nozze
Stefano Busonero: riproduzione microscopica delle Nozze di Cana (13×19,2 mm.)
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