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Riassunto della Storia dell’arte italiana: dalla preistoria al periodo romanico

Storia dell’arte italiana

Rapido riassunto della Storia dell’arte italiana 

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Questo articolo è soltanto una breve sintesi perciò per approfondimenti andare alla pagina Arte dalla preistoria al Romanico.

Viene perciò riassunta schematicamente l’arte nei vari periodi italiani: Arte preistorica, arte nell’Impero romano, arte nella Magna Grecia e Sicilia, arte etrusca e romana, arte paleocristiana, bizantina, longobarda, arte dell’alto medioevo, arte longobarda e arte romanica.

Arte italiana nella preistoria

L’arte della preistoria è l’espressione artistica di un lunghissimo periodo. Si parla addirittura della durata di circa un milione di anni, fino a che non fu introdotta la scrittura.

Le più lontane testimonianze di quest’arte, pervenute ai nostri giorni, hanno un massimo di trentamila anni e si riferiscono al periodo all’era Paleolitica.

Anche in Italia esistono tracce assai remote. Nella primissima fase dell’arte italiana fiorirono diverse culture, tra cui ricordiamo quelle della Valcamonica, quella villanoviana (prima età del ferro – Italia centrale tirrenica), quella dei Piceni (dal IX al III secolo a.C. – Italia centrosettentrionale adriatica) e quella dei Sanniti (Italia centromeridionale).

L’importante sviluppo nel periodo dell’Impero romano

L’arte italiana si sviluppò nella nostra penisola e prese forza nel periodo imperiale romano, tanto che in poco tempo l’Italia divenne la culla della cultura artistica europea. Infatti è proprio grazie ai nostri artisti che nacque quell’omogeneo linguaggio espressivo, diffusosi in poco tempo su tutto il nostro continente, influenzando anche le rimanenti coste mediterranee.

Nel corso della Storia dell’arte, in diversi periodi, le nostre creazioni artistiche portarono l’Italia all’avanguardia nell’intera Europa.

La Magna Grecia e la Sicilia

La Magna Grecia (coste meridionali italiche, comprese alcune zone siciliane) e la Sicilia furono i luoghi più attivi nel mondo artistico dell’antica Grecia.

Tempio (greco di ordine dorico) di Selinute, conosciuto anche come Tempio di Era,

Tra le testimonianze più significative ricordiamo i templi di Selinunte, quelli di Agrigento e Paestum, nonché i monumenti di Siracusa. Quest’ultima città, nei vari periodi, è quella che più rispecchiò l’arte greca.

La civiltà etrusca

L’arte etrusca comprende tra le proprie creazioni capolavori in terracotta, in bucchero e bronzo, nonché pitture d’affresco.

Le creazioni etrusche secondo la maggior parte degli studiosi di Storia dell’arte sono la più alta espressione culturale pre-romana della nostra penisola.

Notevoli furono gli scambi artistico-culturali con la Magna Grecia, che dettero la spinta decisiva allo sviluppo della nascente arte romana.

L’arte degli antichi romani

L’arte di Roma (arte di Roma, arte di Roma imperiale, arte di Roma cristiana) fino alle guerre puniche si sviluppò configurandosi in un modo del tutto autonomo.

Più tardi – grazie alla conquista delle zone meridionali italiane, comprese quelle della Magna Grecia e della stessa Grecia – l’arte italiana iniziò a subire le influenze ellenistiche, arricchendosi di nuova linfa vitale. Per tale ragione gli artisti romani vengono considerati dagli studiosi di Storia dell’arte come i proseguitori del classicismo ellenistico.

Tuttavia si riscontrano notevoli differenze con l’arte dell’antica Grecia, soprattutto divergenze di struttura basilare.

Anche l’Architettura ebbe un notevole sviluppo subendo una straordinaria spinta sulle delle tecniche costruttive, spinta che permise la creazione di imponenti monumenti e grandiose costruzioni.

Scultura e pittura, come già sopra accennato, si ispirarono all’arte greca ma il mantenimento dei concetti basilari italici permisero, insieme ai nuovi apporti ellenistici, lo sviluppo di inedite forme artistiche, tra cui ricordiamo il ritratto ed il rilievo storico.

L’arte dell’epoca romana la troviamo sparsa su tutto il nostro territorio, con tesori artistici di inestimabile valore. Tra questi, ovviamente, non possiamo non ricordare quelli della stessa Roma.

È doveroso però citare anche altre importantissime città come Verona, Benevento, Brescia, Tivoli, Palestrina, nonché quelle sepolte nel 79 dalla lava del Vesuvio: Pompei, Ercolano e Stabia.

L’arte romana nel corso del suo ultimo periodo subì pesantemente le influenze delle correnti provinciali e plebee, che si riscontrarono anche nei monumenti ufficiali. Questi ultimi, infatti, erano caratterizzati da semplificazioni e convenzioni di tipo antinaturalistico: un proseguimento artistico che rifiutò definitivamente lo stile ellenistico.

È questo il periodo in cui si aprirono le porte all’arte paleocristiana e medievale.

Arte paleocristiana

Il termine “paleocristiana” (riferito all’arte) indica l’arte della prima dell’era cristiana: le testimonianze più importanti generalmente risalgono Duecento-Trecento.

Dopo questo periodo nacquero e si svilupparono singoli centri artistici, tra cui ricordiamo quello dell’arte bizantina e ravennate.

L’arte paleocristiana appartiene, comunque, al periodo della Roma imperiale ma raggiunse il suo più alto livello espressivo intorno ai primi decenni del Trecento. Subì un lungo rallentamento per poi prendere forza sempre più crescente durante tutto il Cinquecento.  Agli inizi del 600, in coincidenza della morte di papa Gregorio I (604), incominciò ad assopirsi.

Sin dai primissimi sviluppi dell’arte paleocristiana, l’ideale cristiano che ancora assumeva le forme artistiche della tarda antichità, passò a questo nuovo stile.
Tuttavia, sempre in riferimento al primo periodo, una la vera e propria iconografia cristiana stentava a svilupparsi se non in accordo con la riflessione teologica.

Vista frontale della Basilica di S. Pietro

Nel periodo paleocristiano furono innalzate a Roma imponenti costruzioni, tra cui ricordiamo le basiliche di San Giovanni in Laterano e di San Pietro. Altre notevoli testimonianze si trovano nelle catacombe di Roma.

All’epoca del vescovo Ambrogio anche Milano fu un centro centro artistico-culturale di notevole importanza.

Tra Milano e Roma arrivano ai nostri giorni importanti testimonianze, tra cui ricordiamo i resti di una basilica paleocristiana ad Aquilea.

Arte bizantina

Il nucleo centrale dell’arte bizantina in Italia rimane l’esarcato ravennate, fino al 751 governato dai greci e poi, dal 756, dalle autorità papali.

Le due basiliche di Ravenna (Basilica di San Vitale e Sant’Apollinare in Classe) furono restaurate con modelli stilistici romani, e le grandi ed imponenti costruzioni – realizzate a pianta centrale – furono ispirate al Pantheon di Roma.

Subito dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, la parte d’Oriente – con capitale Costantinopoli – continuò per molti altri secoli fino al 1453.

Gli artisti bizantini operarono nella nostra penisola. Il loro linguaggio creativo continuò ad influenzare significativamente l’arte italiana fino a tutto l’Ottocento.

Ravenna fu capitale d’Italia dal periodo di Aelia Galla Placidia (390/450) a quello di Giustiniano (565 anno della sua morte)

La basilica di Sant’Apollinare in Classe e quella di San Vitale, come altre significative costruzioni, offrono alla vista mosaici di alto valore.

Purtroppo gran parte delle opere costantinopolitane andarono distrutte dal rifiuto iconoclasta dell’IX secolo.

Anche da Roma arrivano ai nostri giorni importanti resti di arte bizantina (Santa Maria Antiqua e Santa Prassede).

Nel periodo tra il IX ed il XIII secolo furono realizzate molte altre opere architettoniche, tra cui spiccano la Cattolica (pianta centrale e 5 cupolette) a Stilo in Calabria e la basilica di San Marco a Venezia.

Arte longobarda

L’arte longobarda si diffuse in Italia intorno alla fine del VI secolo, partendo dai territori conquistati dagli stessi Longobardi.

Le zone sotto il loro dominio furono quelle della Lombardia, Friuli, Toscana, Campania e Umbria, dove ancora oggi possiamo visitare importantissime opere. Tra queste ricordiamo il tempietto di Santa Maria a Cividale di Udine, realizzato nell’VIII secolo, ed altre importanti creazioni integrative (capitelli e colonne) in edifici già esistenti.

L’arte longobarda si concentrò soprattutto nel settore dell’oreficeria, a cui si legava una raffinata lavorazione di materiali preziosi quali oro e argento, avorio, nonché la fabbricazione di pietre dure colorate con l’impiego di paste vitree. I migliori esempi si possono ammirare al Museo Serpero di Monza.

I Longobardi eccelsero anche nell’artigianato influenzando il settore tessile e, addirittura, la lavorazione delle armi che venivano integrate con ricche decorazioni.

Sono inoltre arrivate ai nostri giorni diverse sculture in pietra realizzate nell’ultimo periodo longobardo. Tra queste ricordiamo l’Altare del duca Ratchis (intorno metà dell’VIII secolo, Museo cristiano di Cividale del Friuli) ed il sarcofago di Teodora a Pavia (intorno al 720), entrambi raffiguranti scene del Nuovo Testamento.

L’arte longobarda del Nord Italia

Nel nord Italia l’influenza di questo linguaggio artistico ebbe termine verso la fine dell’VIII secolo in seguito alla sconfitta dei longobardi ad opera di Carlo Magno. Nel sud, invece, cessò intorno all’XI secolo.

Quella dei longobardi fu la cultura barbarica che regnò più a lungo nella nostra penisola e che lasciò segni profondi nella cultura locale. Come capitale scelsero Pavia ma da questa città provengono rare testimonianze architettoniche.

Più consistenti, invece, sono le costruzioni di Cividale del Friuli, che comprendono il “tempietto Longobardo”, e quelle a sud di Sant’Angelo in Formis e Benevento.

In Lombardia possiamo ancora ammirare gli stucchi della Basilica di San Salvatore a Brescia, una delle più significative architetture religiose dell’alto medioevo ancora in piedi dentro il complesso monumentale di Santa Giulia.

Sempre dalla Lombardia arrivano ai nostri giorni gli affreschi di Castelseprio. Tuttavia di questi ultimi c’è il dubbio che possano anche essere di origine bizantina.

Arte dell’alto Medioevo

Nel Medioevo, già abbastanza inoltrato, a Montecassino iniziò a prendere forza il monachesimo benedettino.

Nella chiesa di San Procolo a Naturno ed in quella di San Benedetto a Malles –  entrambe nell’arco alpino –  si possono ancora ammirare alcuni resti di affreschi.

Delle raffigurazioni pittoriche in abbazie ubicate altrove, in seguito alle successive ricostruzioni, sono rimaste scarsissime testimonianze.

Arte romanica

San Matteo battezza Fulvano re d’Etiopia: l’apostolo ucciso (basilica di San Marco, Venezia)

Lo sviluppo dell’arte romanica in Italia è dovuto grazie alla sua riacquistata mobilità ed alla migliore situazione economica, nonché alle buone condizioni climatiche per l’ottima posizione geografica.

L’arte romanica interessò la maggior parte del continente europeo in maniera piuttosto omogenea.

In Italia i centri più significativi dell’arte romanica furono le zone lombarde ed emiliane, le quali influenzarono un vasto raggio, spingendosi ben oltre i loro territori. Tra le opere più significative spiccano la basilica di San Michele Maggiore a Pavia ed il Duomo di Modena.

In Toscana i centri più importanti furono Firenze e Pisa. La prima, con quell’arte romanica tendente al “classico”, creò le premesse per spianare la strada al Rinascimento. L’altra diffuse il proprio modo di fare arte anche oltre i confini (Corsica e Sardegna).

Nel meridione l’arte romanica prosperò soprattutto nel territorio pugliese. Qui vi si riscontrano, però, influenze di correnti abbastanza differenziate, anche quelle provenienti da fuori confine italiano.

Per approfondimenti sull’arte romanica: l’arte romanica nelle chiesela pittura romanica nelle chiese italianela pittura romanica nella basilica di S. Marco.

Continua nella pagina successiva con il Riassunto della storia dell’arte italiana: dal Gotico al Realismo

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