Michelangelo Buonarroti: le lunette nella Cappella Sistina
Sugli affreschi
Le lunette nella Cappella Sistina, raffigurate sul registro superiore delle pareti, sono una serie di composizioni di Michelangelo Buonarroti, realizzate con tecnica ad affresco intorno al 1508-1512 [De Vecchi, citazione a pag. 14].
Esse si trovano a ridosso del soffitto, adiacenti alle vele ed ai pennacchi della grande decorazione della volta, che pur non facendone parte, generalmente vengono ad essa associate. Infatti fanno parte dello stesso programma in coincidenza di tempi, iconografie, committenza, esecuzione e sue fasi.
Le lunette, che si trovano sopra le arcate delle finestre, sono quattordici in tutto, dopo che le due con “Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuda” e “Fares, Esrom e Aram” vennero raschiate nel 1537 dallo stesso Michelangelo. L’artista le rimosse per dare ulteriore spazio alla raffigurazione del suo Giudizio Universale.
Tutte le scene delle lunette sono riprese dal Vangelo di Matteo e riguardano le quaranta generazioni degli Antenati di Cristo.
Storia
Non esistono testimonianze sul fatto che le lunette fossero in precedenza già state decorate. Si pensa comunque, ma non c’è la certezza, che mostrassero partiture geometriche, realizzate dagli artisti quattrocenteschi tra il 1481 ed il 1482.
Secondo il Tolnay Michelangelo realizzò le lunette tra l’ottobre 1511 e l’ottobre 1512 [De Vecchi, citazione a pag. 14]. Lo stesso critico d’arte sosteneva che fossero realizzate utilizzando un ponteggio appositamente studiato, ipotesi contrastante con le fonti tradizionali e poi respinta nel 1978 anche dal Wilde.
Le lunette furono realizzate sulle stesse impalcature che Michelangelo usava per dipingere la volta della cappella. L’ordine di esecuzione corrisponde quindi a quello delle raffigurazioni del soffitto, cioè procedendo dall’ingresso verso l’altare [De Vecchi, citazione a pag. 16]. In tal modo l’artista, dopo i grandi disagi derivati dalla lavorazione con le braccia alzate e la testa reclinata all’indietro, aveva modo di dipingere le lunette in fase di rilassamento.
Il fatto che fossero dipinte con gli stessi ponteggi impiegati per il soffitto viene confermato anche dagli schizzi preparatori di Michelangelo, nel “Taccuino di Oxford”, che mostrano solamente le lunette realizzate della seconda parte della cappella (secondo ponteggio), quelli cioè della seconda fase, dopo il 1511 [De Vecchi, citazione a pag. 16].
Nel corso dei secoli le lunette subirono annerimenti e restauri impropri, tanto che in molti ingenerosamente le giudicarono “tenebrose” e, quindi, sottostimate rispetto ai riquadri del soffitto. Quando nel 1986 si completarono i restauri delle lunette, ritornò alla luce il vero cromatismo michelangiolesco.
Il tempo impiegato
L’artista portò a compimento l’intero ciclo delle lunette in tempi assai rapidi: 45-50 giornate d’affresco, cioè impiegando una media di tre “giornate” per ogni raffigurazione. Per giornate di affresco si intende, naturalmente, il tempo impiegato soltanto per esse, non i giorni passati tra l’inizio e la portata a termine delle sedici raffigurazioni.
Michelangelo riportò direttamente il disegno delle sedici composizioni sull’intonaco senza l’impiego dei cartoni preparatori. Per alcuni particolari, che dovevano essere ben centrati ed assiali, come ad esempio i tabelloni con i nominativi, Michelangelo dovette usare strumenti come il regolo, il filo a piombo e un’incisione guida sulle superfici parietali [De Vecchi, citazione a pag. 18].
La tecnica
I personaggi, generalmente raffigurati in primo piano, misurano circa due volte l’altezza media reale di una persona. Il pittore li delineò sommariamente sull’arriccio. Esistono alcuni piccoli schizzi che rimandano a studi preparatori, di cui non si conoscono notizie: è probabile, però, che Michelangelo avesse eseguito studi in dimensioni maggiori … ma non necessariamente [De Vecchi, citazione a pag. 18].
La coloristica
Il colore, come in tutti i riquadri della volta della cappella, riveste anche qui una funzione strutturale, definendo valori plastici, volumetrici e di dilatazione spaziale.
La stesura pittorica è generalmente assai diluita, quasi al punto da non lasciare spessore. L’artista ricorre spesso ai colori puri confidando sul fatto che le successive velature riescano a creare i mezzi toni.
Le composizioni, soprattutto nel panneggio delle figure, hanno colori con variazioni ricche di contrasti ed effetti cangianti. Si pensa che tali energie coloristiche fossero create per aumentare la leggibilità delle scene, collocate in lontananza, in semioscurità e sottoposte a reali effetti di controluce, trovandosi ubicate sopra le finestre [De Vecchi, citazione a pag. 19].
Le ultime lunette, quelle prossime all’altare, appaiono con pennellate più veloci e decise per le pressioni di papa Giulio II, che nel corso della seconda fase decise improvvisamente per una più rapida portata a termine dell’intera opera d’affresco. Michelangelo dovette quindi semplificare tutte le composizioni rimanenti, non soltanto le lunette ma anche i riquadri, le vele e i pennacchi della volta. Le ultime lunette mostrano assai chiaramente tali semplificazioni, soprattutto nella forma dei tabelloni.
Descrizione delle lunette nella Cappella Sistina
Le lunette, tutte raffigurate sui registri superiori delle pareti, si trovano sopra la cornice marcapiano che delimita i dipinti dei papi, realizzati da artisti quattrocenteschi. Esse mostrano un’ampia superficie semicircolare (da cui deriva il termine lunetta), di 340 x 650 cm, resa concava nella parte inferiore in corrispondenza degli archi delle finestre.
Ai lati le lunette confinano con i peducci sotto i troni dei profeti e delle sibille, mentre il profilo alto è in comune con le otto vele ed i quattro pennacchi. Vele e pennacchi, come già sopra riportato, sono raffigurati sulla volta della cappella.
Ogni lunetta è raffigurata in due zone: lato sinistro e lato destro, separati da una tabella con i nominativi dei vari personaggi, scritti in lingua latina a caratteri maiuscoli. Entrambe le zone mostrano figure sedute, generalmente riprese di profilo e simmetricamente contrapposte, molto spesso adattate alla disponibilità dello spazio e alla forma. Da notare la totale mancanza di caratterizzazione identificativa dei personaggi, che Michelangelo ha trascurato per riversarla sugli atteggiamenti e sulle espressività.
Anche le lunette – come le scene della volta, quelle degli artisti quattrocenteschi e le raffigurazioni dei papi – vanno lette iniziando dalla parete che fa angolo con l’altare per procedere verso l’ingresso, spostandosi alternatamente da destra a sinistra, incontrando gli antenati come riportati dal Vangelo di Matteo.
Sei lunette le troviamo agli angoli della cappella sotto i pennacchi, quattro in prossimità dell’ingresso e due vicine all’altare. Per affinità iconografica, e quindi per rendere più facili i paragoni, descriviamo le lunette insieme alle rispettive vele.
Le lunette nella Cappella Sistina con le soprastanti vele:
1 – La vela e la sottostante lunetta con Salmòn, Booz e Obed.
2 – Vela la sottostante lunetta con Iesse, Davide e Salomone.
3 – La vela la sottostante lunetta con Roboamo e Abia.
4 – Vela e la sottostante lunetta con Asaf, Giosafat e Ioram.
5 – La vela e la sottostante lunetta con Ozia, Ioatam e Acaz.
6 – Vela la sottostante lunetta con Ezechia, Manasse e Amon.
7 – La vela e la sottostante lunetta con Zorobabele, Abiud ed Eliacim.
8 – Vela e la sottostante lunetta con Giosia, Ieconia e Salatiel.
Le lunette corrispondenti ai pennacchi
1 – La lunetta di Aminabad sulla parete di sinistra: si trova sotto il pennacchio raffigurante la Punizione di Aman. È la prima lunetta della parete e, per meglio osservarla, arrivati in fondo alla cappella, alzare lo sguardo avendo l’altare sulla destra.
2 – Lunetta di Naasson sulla parete di destra: si trova sotto il pennacchio con il Serpente di bronzo. Arrivati all’altare ed avendo il Giudizio universale sulla sinistra, la lunetta è la prima che appare sulla parete.
3 – La lunetta di Eleazar e Mattan: si trova sotto il pennacchio raffigurante Giuditta e Oloferne nella parete di ingresso, sul lato destro. Girandosi ed osservando la lunetta con le spalle rivolte all’altare la troviamo a sinistra.
4 – Lunetta di Azor e Sadoc: si trova sulla parete lunga sotto il pennacchio raffigurante Giuditta e Oloferne all’entrata, sul lato destro, procedendo verso l’altare. Per rivolgersi verso la lunetta, bisogna essere presso la campata d’ingresso ed avere l’altare sulla sinistra.
5 – La lunetta con Giacobbe e Giuseppe: si trova sulla parete dell’entrata, sotto il pennacchio di Davide e Golia, sul lato sinistro procedendo verso l’altare. Naturalmente per poterla osservare bisogna voltarsi verso l’entrata per averla in alto a destra.
6 – Lunetta di Achim e Eliud: si trova sulla parete lunga all’entrata a sinistra (la prima procedendo verso l’altare) sotto il pennacchio raffigurante Davide e Golia. Per poterla ammirare occorre essere nella campata d’ingresso ed avere l’altare alla propria destra.
Le lunette rimosse
Come si ricava dal sottotitolo, le prime due lunette, quelle dipinte sul registro superiore ai lati della parete dell’altare, furono raschiate nel 1537 per dare maggior spazio al grande affresco del Giudizio universale.
Esistono però le incisioni delle due lunette, realizzate dal disegnatore Adamo Ghissi. Tali copie ci permettono almeno di conoscere le raffigurazioni rimosse e, quindi, grazie ad esse oggi conosciamo i gruppi delle due composizioni: “Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuda” nella lunetta a destra e “Fares, Esrom e Aram” a sinistra.
Pensando che non sia necessario soffermarsi tanto su queste due composizioni, portiamo a termine la presente pagina con le loro illustrazioni.
1 – La lunetta di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuda sulla parete dell’altare (rimossa per fare spazio al Giudizio universale): Questa lunetta si trovava sotto il pennacchio che raffigura la Punizione di Aman.
2 – Lunetta Fares, Esrom e Aram sulla parete dell’altare (raschiata per dipingere elementi del Giudizio): Si trovava era il pennacchio del Serpente di bronzo.
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