Michelangelo Buonarroti: la lunetta di Achim e Eliud
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Sull’affresco
La lunetta con Achim ed Eliud è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato in un periodo compreso tra il 1508 ed il 1511, misura circa 340 x 650 cm. ed appartiene alla decorazione della Cappella Sistina. Il dipinto, insieme agli affreschi della volta, venne commissionato all’artista da papa Giulio II.
La lunetta si trova sulla parete sinistra all’entrata (la prima procedendo verso l’altare), sotto il pennacchio raffigurante il Davide e Golia.
Precisazione: Il fruitore dell’intera decorazione, che entra nella cappella e procede verso l’altare, per ammirare l’affresco con Achim e Eliud, deve trovarsi nella campata d’ingresso e voltarsi verso la parete avendo l’altare alla propria destra. Vai alla pagina delle lunette.
Storia della lunetta
Nelle lunette, tutte raffigurate sui registri superiori delle quattro pareti della cappella (due rimosse, nel 1537, dalla parete di fondo) sono rappresentate scene degli Antenati di Cristo, tratte dal Vangelo di Matteo.
Michelangelo realizzò le composizioni delle pareti (lunette) in contemporanea con gli affreschi del soffitto della Cappella Sistina. L’artista svolse le due decorazioni in due fasi comuni, iniziando ad affrescare dalle campate prossime all’entrata e procedendo verso la parete di fondo dove, qualche decennio più tardi (1541), portò a termine il grande affresco del Giudizio Universale. Seguì in tal maniera la stessa cronologia per i due cicli: l’intera volta e le quattro pareti della cappella.
Anche per le esecuzioni delle composizioni nelle lunette il pittore iniziò dalle campate prossime all’ingresso, dipingendo gli episodi con cronologia inversa rispetto a quelli scritti nel Vangelo. Ne deriva, perciò, che le ultime narrazioni di Matteo corrispondono alle prime raffigurazioni della cappella, e viceversa.
Il Buonarroti portò a compimento la prima metà del soffitto e delle pareti (registri superiori) nell’estate del 1511, lavorando su un ponteggio di legno. Per continuare a decorare la cappella dovette smontare quest’ultimo ed innalzarlo lungo l’altra metà della grande stanza. La seconda fase dei lavori, che non interessa la lunetta di Achim ed Eliud, iniziò nell’ottobre del 1511 ed ebbe termine esattamente un anno dopo, nelle giornate vicine alla vigilia di Ognissanti, quando avvenne la “scopertura” della grande decorazione michelangiolesca.
Fra gli affreschi (volta e registri superiori delle pareti), quelli che ebbero maggiori danneggiamenti da fumi di ceri furono le lunette. Il restauro del 1986 riportò, stupefacentemente, il cromatismo degli affreschi, all’originale splendore.
Si pensa che la lunetta con Achim ed Eliud fosse una delle prime ad essere realizzate (probabilmente la terza).
Descrizione della lunetta
L’artista rappresentò nelle lunette le scene degli antenati di Cristo, riprese da Vangelo secondo Matteo.
La raffigurazione con Achim ed Eliud si trova nella prima lunetta della parete sinistra, procedendo verso l’altare. Per ammirare l’affresco, dopo essere entrati in cappella, bisogna voltarsi a sinistra per avere l’altare alla propria destra, quindi alzare lo sguardo sul registro superiore.
La struttura compositiva della lunetta in esame è organizzata con due gruppi di figure, ripartite su due metà, intervallate dalla tabella con scritti i nominativi dei personaggi (ACHIM – ELIVD) in caratteri maiuscoli.
Michelangelo portò a compimento la composizione in quattro giornate lavorative. Due giorni occorsero per il gruppo di sinistra, uno per quello di destra ed uno per la targa e la parte alta della cornice. Si pensa, però, che parte della scena della zona a sinistra sia stata rifatta in seguito ad un pentimento occorso in fase abbastanza avanzata, secondo il quale il vecchio venne ridipinto di getto e di sana pianta.
L’identificazione dei protagonisti ha creato nel corso dei secoli ampi dibattiti e, tutt’oggi, non c’è ancora pieno accordo tra gli esperti, data la difficoltà di discernere l’uno dall’altro.
La zona a sinistra
La zona sinistra mostra un anziano in un atteggiamento assai dinamico. Ripreso di profilo, è nell’atto di torcere energicamente il busto verso lo spettatore, rimanendo con lo sguardo rivolto alla bambina a sinistra.
L’energico effetto plastico della figura è in gran parte derivato dall’articolata e dinamica posa del personaggio, ripreso in un attimo di cambiamento espressivo, anche se eseguito in un contesto non troppo articolato.
L’anziano, in quell’attimo, entra improvvisamente in uno stato meditativo, pur mantenendo quella stessa energia di movimento che pare non potersi scaricare in tempi brevi.
Ad aumentare la solidità della figura sono le sapienti variazioni cromatiche del panneggio, con un mantello dai toni rossastri, una camicia gialla ed una mantellina verde.
La zona a destra
L’altra parte della lunetta mostra una madre che con grande spontaneità sta voltandosi verso il proprio bambino, dando le spalle al fruitore dell’opera, mentre lo tiene stretto a sé con un braccio.
La donna è nell’atto di prendere qualcosa da un piatto, che sta su uno sgabello, per portarlo alla bocca del figlio.
Anche questa zona ha grandi effetti plastici, a cui si aggiungono quelli luministici, che scandiscono il netto passaggio tra il primo piano e quelli in profondità. Infatti ol fondo è ottenuto con pennellate più fluide, veloci ed ampie, mentre le due figure risultano con tratti marcati, fitti e corposi.
Non mancano gli effetti cangianti, che amplificano la solidità delle forme, come quei colpi di luce sulla veste e sulla manica della donna.
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