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André Derain (1880 – 1954)

André Derain (Chatou, 1880 – Garches, 1954)

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Le foto sotto riportate sono a bassa risoluzione ed inserite al solo scopo didattico.

Biografia di André Derain

Foto di André Derain

L’artista nasce a Chatou (presso Parigi) nel 1880.
Appartenente ad una famiglia agiata, viene avviato dal padre nel 1998 agli studi di ingegneria all’Accademia Julian.

Negli anni successivi fa conoscenza con Maurice de Vlaminck ed Henri Matisse, che riescono a convincerlo a dedicarsi alla pittura.

Avvio all’arte

Nel primo periodo della sua conversione all’arte, influenzato da Vlaminck, realizza dal vivo opere a tema paesaggistico lungo le rive della Senna, impiegando colori usciti direttamente  dai contenitori senza essere mescolati.

Le prime importanti sue esposizioni risultano datate 1905, al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants, ove si colloca fra i Fauves.

Già sin dalle prime manifestazioni dell’artista alcune sue opere (tra cui ricordiamo l’Estaque), nonostante l’audace cromatismo, evidenziano un inizio di allontanamento dalla corrente fauvista.

Il suo pensiero è – da persona colta ed amante della pittura dei grandi maestri del passato, di cui si è più volte cimentato a riprodurre – quello di non dover mai rinunciare all’esuberanza coloristica armonizzata nella maniera classica.

Per un certo periodo subisce gli influssi di Gauguin, addolcendo i contrasti cromatici e chiaroscurali e togliendo le eccessive vivacità fauviste.

Nel 1909 illustra con le sue pitture un libro di poesie di Apollinaire, a cui seguono, qualche anno dopo, una raccolta letteraria di Max Jacob, il  primo libro di André Breton, il Satyricon di Petronio Arbitro e le favole di Jean de La Fontaine.

Nel 1910, frequentando Pablo Picasso, realizza alcune opere, tutte fuori dai canoni cubisti ai quali si rifiuta di aderire.

Il ritorno al tradizionale

Dal 1911, Derain ritorna alla vecchia maniera impiegando il chiaroscuro e la prospettiva, rendendo i propri dipinti  più classici e tradizionali. Un “ritorno alle forme classiche” comune a molti artisti attivi in questo periodo nel continente europeo, tra cui ricordiamo lo stesso Picasso, Gino Severini e Giorgio De Chirico con la sua metafisica appena nata. Periodo questo di grande cambiamento ove in Italia nascono i Valori Plastici e Novecento, mentre in Germania sale la Nuova oggettività.

Dopo il 1911, Derain subisce gli influssi della scultura africana e dei primitivi francesi, per cui intraprende un periodo “gotico”, in cui si dedica a solenni temi figurativi e elaborate nature morte, tra cui ricordiamo “La cena” e “Il sabato”.

Dopo il 1913 l’artista si dedica alla figura, iniziando con gli autoritratti fino ad approdare a scene di genere per poi ritornare alla semplice ritrattistica.

Antisurrealista e antidadaista

Dopo la Grande Guerra combatte la proliferazione di movimenti «antiartistici» come il Surrealismo e il Dadaismo.

Nel 1921 soggiorna a Roma e a Castel Gandolfo, continuando a studiare i grandi maestri del passato. In questo periodo l’artista realizza molte vedute paesaggistiche.

Nel 1928 Derain con “La caccia” vince il premio Carnegie.

Nel 1941 è attivo in Germania e, più tardi, in Francia dove rifiuta l’importante incarico di dirigere la scuola nazionale superiore delle belle arti a Parigi. Incomincia così un volontario e progressivo isolamento.

Artista polivalente

Derain è anche incisore, scultore, ceramista, costumista e scenografo teatrale.

Continua a realizzare pitture e ad esporle in importanti manifestazioni internazionali con crescente successo fino alla morte, che improvvisamente avviene nel settembre 1954 a Garches, in seguito ad un tragico incidente stradale.

L’arte di André Derain

L’arte di Derain nei primi anni del Novecento subisce gli influssi neoimpressionisti di pittori come Paul di Cézanne e Vincent van Gogh.

Si avvicina ai pittori fauve come Matisse e Vlaminck ma è assai più misurato di essi. Le sue opere evidenziano serenità nonostante i vivi e luminosi contrasti coloristici.

Sul figurativo le sue semplificazioni sono assai meno idealistiche dei Fauves, tanto che spesso sfocia in quel suo tipico naturalismo, integrando elementi della pittura caravaggesca.

Tuttavia non si distacca del tutto dall’estetica fauve. Il suo cromatismo rimane, infatti, ben saldo a quello del movimento, e la stesura pittorica – ottenuta con larghe, pastose e libere pennellate – evidenzia vivi contrasti con accostamenti di toni caldi e freddi.

Alcune opere di André Derain

Porticciolo di Londra, 1906
Ponte Charing Cross 1906
Paesaggio vicino a Chateaux, 1904.
Donna in camicia, 1918.
Arlecchino e Pierrot, 1924.
Alberi lungo la Senna, 1916
Bagnanti, 1907
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