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Il disegno: uno strumento progettuale
Il disegno è sempre stato visto come un’attività estetica che raffigura ciò che ci circonda.
Certamente l’affermazione è giusta, ma del disegno questa non è la sola potenzialità.
L’artista, che giornalmente fa uso del disegno riesce anche a formare l’immagine – materializzandola, dandole profondità e collocamento nello spazio – di ciò che ha in mente e che vuole raffigurare.
In tal senso il disegno viene inteso anche come uno strumento progettuale.
Come possiamo definire gli strumenti progettuali?
Ogni artista, in qualsiasi campo, se non usa il disegno, quando inizia a realizzare un’opera non è mai pienamente in grado di conoscerne il risultato finale.
Soltanto quando l’opera è stata portata a compimento egli potrà giudicarne la validità.
Dobbiamo però dire che tale ragionamento non è affatto razionale. Infatti è reale il rischio di perdere giornate e giornate di lavoro per poi ottenere probabilmente qualcosa che non piace.
Pensiamo alla costruzione di una casa: è razionale iniziare a costruirla e, via via, vedere se il lavoro eseguito è affine ai nostri gusti?
In questo modo, prima che essa sia stata portata a compimento si corre rischio di dover demolire alcuni passaggi di lavoro per poi continuare di nuovo alla cieca.
Allora, bisogna ricorrere per forza di cose ad un più sicuro approccio perché, prima di iniziare una qualsiasi realizzazione, occorre avere ben chiaro il risultato finale.
Nell’antica Grecia, nel campo dell’Architettura, i progettisti erano soliti praticare una particolare tecnica progettuale con gli “ordini architettonici”, istituendo un insieme di principi per dare la giusta proporzione agli elementi impiegati nella costruzione dell’edificio.
Attenendosi a quei principi si era certi di raggiungere risultati validi per quanto riguardava il punto di vista, statico ma anche quello estetico. Uno strumento che possiamo definire «di dimensionamento».
Il disegno nel Rinascimento inizia a prendere forza.
Il disegno
Dopo tali premesse lo possiamo definire come uno strumento progettuale «di visualizzazione». Infatti con esso si visualizzano i risultati finali dell’opera già prima di iniziarne la realizzazione.
Attualmente, insieme al disegno, abbiamo a disposizione più strumenti progettuali, quali i programmi elettronici con i quali è possibile ottenere – con effetti della doppia immagine – la tridimensionalità virtuale.
Trattasi comunque di strumenti atti solo alla «visualizzazione». La tridimensionalità permette infatti di vedere l’opera, proprio come se già esistesse, anche prima di iniziarne la costruzione.
Il disegno nel Rinascimento si sviluppa
Via via che gli artisti, già dal Primo Rinascimento, incominciarono a capire l’importanza di questo strumento si ebbe immediatamente una straordinaria evoluzione e diffusione di esso in tutto il continente europeo.
Nel giro di poco più di un secolo, osservando i disegni degli artisti come Leonardo, Raffaello e Michelangelo, ci rendiamo conto del forte sviluppo del disegno ormai diventato il normale strumento dell’artista rinascimentale.
Infatti, grazie ad esso, si poté preventivamente progettare ogni opera, di architettura, di pittura, militari, di ingegneria, di meccanica, di idraulica …
L’impiego in più campi
Questo potentissimo strumento permette ad ogni artista di progettare una varietà di cose inimmaginabili.
Ed è proprio per questo motivo che nel corso del Rinascimento assistiamo ad un crescente eclettismo negli artisti.
Per la prima volta nella Storia dell’arte un artista spazia indifferentemente dalla pittura ad altri di diversi campi con risultati sempre più sorprendenti.
Scissione dell’ideazione dall’esecuzione
Quando si scoprì che il disegno era diventato un efficacissimo strumento progettuale si assistette ad un’inedita conseguenza: la possibilità per l’artista di separare l’ideazione dall’esecuzione.
Perciò chi ideava e realizzava il disegno poteva affidare la realizzazione materiale dell’opera ad altri i quali, grazie ad esso, diventavano dei semplici esecutori.
La separazione dell’ideazione dall’esecuzione si protrasse a lungo in tutti i campi artistici, molti dei quali, come l’Architettura e la pittura, la conservano ancora.
Per quest’ultima, tuttavia, la scissione non fu una regola assoluta. Infatti nei secoli successivi al Rinascimento, soprattutto a partire dal XIX secolo, riprese forza l’inscindibilità dei due momenti.
L’articolo continua con la La prospettiva nel Rinascimento
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