Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta (interni e le navate)
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Sommario della struttura interna
Le tre navate dell’aula
L’aula all’interno del duomo è suddivisa in tre navate intervallate da pilastri polistili, con un transetto a quattro navate ed un profondo coro. Quattro navate se si considerano fra queste anche anche le due cappelle a sinistra e a destra (di S. Giovanni Battista e S. Ansano) della Madonna del Voto e Santissimo Sacramento,.
La lunghezza totale è 89,4 m., la larghezza massima in corrispondenza della crociera è 54,48 m., mentre quella alle navate misura 24,37 m. [Touring, cit., p. 519].
La crociera del transetto e le campate
La crociera del transetto, fra le più vaste costruite nello stesso periodo – ma anche altri periodi non troppo scostati nel tempo – è costituita da un esagono sormontato da una cupola. Questa è a base poligonale di dodici lati.
La pianta si suddivide in molteplici campate, che risultano a forma rettangolare nella navata centrale e quadrate in quelle laterali.
Le campate vengono divise dai pilastri e quindi scandite da delicatissimi archi a tutto sesto.
Le volte delle navate il cleristorio e i rosoni
Le volte di tutte le navate, che appaiono a crociera, sono decorate con miriadi di stelle in un campo azzurro.
L’ammirevole cleristorio (livello più alto della navata), posto molto alto, è decorato con archi a sesto acuto e vi appaiono eleganti e aperture trifore e bifore (queste ultime in corrispondenza del transetto) che illuminano tutta la chiesa.
Sulla controfacciata e sul coro appaiono due bellissimi rosoni.
Quattro imponenti contrafforti esterni contrastano la spinta gravitazionale delle volte del coro.
In ogni parte strutturale interna del duomo prevale la bicromia bianco-nero, corrispondente a quella dello stemma di Siena, che, tra l’altro, conferisce un raffinato effetto chiaroscurale a tutto l’insieme.
La controfacciata del Duomo di Siena
Il complesso marmoreo seicentesco e le colonne
Nella controfacciata il portale principale è incorniciato da un complesso marmoreo, allestito nel Seicento in concomitanza con i lavori di rifacimento voluti voluti da Alessandro VII (pontefice senese) [Gianluca Amato in M. Lorenzoni (2009), pp. 24-26]. Tuttavia quasi la totalità del materiale impiegato per il complesso risulta di epoca quattrocentesca. Questo fa pensare, a prescindere dal coronamento, che si siano utilizzati materiali di ripiego giacenti nei vecchi cantieri.
La completa sistemazione delle colonne poste ai lati della controfacciata avvenne nel 1483. Le colonne pero furono realizzate tre anni prima da Antonio Federighi e Giovanni di Stefano per la Cappella dei Quattro santi (poi smantellata). I due capomastri non lavorarono assieme ma si succedettero in tale ruolo.
Le nove scene di Urbano da Cortona
Sui basamenti delle colonne appaiono sei ammirevoli pannelli scolpiti (cinque originale e uno riprodotto), mentre su quelli in alto spiccano quattro raffigurazioni con episodi della Vita della Madonna. In tutto sono nove scene, tutte scolpite da Urbano da Cortona nel decennio compreso da 1450 al 1460 (circa) per la distrutta cappella della Madonna delle Grazie. Di questi pannelli l’artista ne realizzo ben 22.
Le lastre con la vita di S. Ansano
Le quattro lastre che sormontano l’architrave con episodi della Vita di S. Ansano furono scolpite nel biennio 1477-78 da un artista anonimo appartenente cerchia collaboratrice di Antonio Federighi. Anche queste furono realizzate per altre precedenti destinazioni: lo smantellato altare di S. Ansano, che si trovava in un angolo della crociera [Gabriele Fattorini in M. Lorenzoni (2009), pp. 32-35].
Le mensole interne e i portali laterali
Per quanto riguarda l’autografia delle sei rappresentazioni sulle mensole interne di ogni portale, non si conosce l’artista, che certamente era di ispirazione gotica francese.
I portali laterali furono appositamente realizzati “fuori asse” rispetto alle navate laterali, per bilanciare l’aspetto dell’intera facciata: trattasi di uno dei raffinati accorgimenti di Giovanni Pisano [TCI, p. 520].
Il rosone
Sul rosone spicca la grande vetrata con un’opera di Pastorino de’ Pastorini del 1459, ove viene raffigurata l’Ultima Cena, realizzata su probabile progetto di Perin del Vaga [TCI, p. 520].
Alle due estremità della controfacciata appaiono due papi (Marcello II e Paolo V). Si sa che le figure inizialmente avrebbero dovuto rappresentare i papi senesi Alessandro III (1591) e Pio II (1592) per le effigi dei quali incominciò a lavorarci lo scultore Domenico Cafaggi su richiesta del rettore Giugurta Tommasi. Successivamente (1680-90) invece si decise di affidare le due sculture alla bottega Mazzuoli che le trasformò nelle attuali sembianze [Monika Butzek, Chronologie in Walter Haas, Dethard von Winterfeld, Der Dom S. Maria Assunta, p. 20-23].
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