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Lo stile di Renoir dopo gli anni Ottanta
L’approdo alla ritrattistica
Renoir riesce già a presentare dipinti del primo periodo della sua maturità come istantanee di vita quotidiana, luminose e ricche di gamme cromatiche. Queste istantanee possono tranquillamente essere riassunte in una sola parola: “impressioniste”.
Intorno alla metà del decennio, tuttavia, l’artista si allontana dall’Impressionismo per dedicarsi alla ritrattistica e alle figure in genere. Inizia così ad adottare una tecnica un po’ meno libera e più convenzionale, soprattutto nelle configurazioni femminili. Un esempio già si evidenzia nella composizione della Bagnante che si asciuga un piede del 1883 (65 x 55 cm., Orangerie-Walter, Parigi).
“Ecco quello che voglio dipingere”, è una frase che l’artista ripete spesso a se stesso e agli altri: una percezione idilliaca. Percezione caratterizzata soprattutto dalla profonda sensualità delle donne che sceglie come modelle e dall’intensa ricchezza cromatica e completezza delle forme.
I nudi di Renoir
In questi soggetti Renoir è impegnato in una continua ricerca che non finirà mai di rincorrere ritornando, tuttavia, ancora alle maniere impressioniste. L’intenso studio si rafforzerà a partire dal secondo decennio del Novecento, quando rappresenterà nudi su tele di “grande formato”, realizzate in toto all’aria aperta (“en plein air”).
Verso il classicismo
Durante il soggiorno in Italia del 1881, con l’entrare a diretto contatto della pittura dei nostri maestri del Rinascimento, soprattutto con quella di Raffaello, Renoir incomincia a pensare di trovarsi in una strada non troppo buona. Negli anni che seguono, infatti, l’artista adotta una tecnica più accademica, nel tentativo di migliorare il realismo giovanile e quindi arrivare al vero e proprio classicismo.
Il periodo Renoir definito come “Periodo di Ingres”
L’attuale periodo viene così denominato da alcuni studiosi della storia dell’arte come “il suo periodo di Ingres“, proprio per la nuova importanza che esso dà alla linearità e ai contorni delle immagini e, soprattutto, alle figure.
È, per l’appunto, proprio durante il viaggio nella nostra penisola che, secondo alcuni studiosi contemporanei – altri invece sostengono tesi diverse – Renoir soggiorna a Capistrano. Questo è un piccolo paese della Calabria, dove l’artista trova ospitalità da un religioso, che per ricompensarlo del vitto e alloggio coglie l’occasione di restaurare Il Battesimo di Gesù sul fiume Giordano, un affresco della chiesa matrice [Jean Renoir, Renoir mio padre, traduzione di Roberto Ortolani, prefazione di Agosti, Ed. Garzani, Milano, 1963].
Un cromatismo più soffice e delicato
Entrato nel nuovo decennio, 1890-1900, tuttavia, il pittore ha dei ripensamenti riguardo il suo linguaggio pittorico e quindi cambia di nuovo indirizzo. Inizia ad impiegare un cromatismo più delicato e tratteggiato, tanto da dissolvere i profili come nei lavori agli esordi della sua carriera artistica. Poco più tardi, già prima della metà dell’ultimo decennio del secolo, il pittore si concentra nella cura delle figure, soprattutto sui nudi monumentali.
In tale periodo subisce gli influssi della pittura di Alfred Dehodencq, che si evidenziano sulle opere di genere con scene domestiche, tra cui si ricorda Jeunes Filles au piano (1892).
Naturalmente con quest’opera Renoir non resiste alla tentazione di dipingere altre tele avendo come modella la bellissima figlia Julie di Berthe Morisot, di cui è ospite in tale periodo. In questa composizione l’artista riesce a creare una profonda intimità, soprattutto con le delicate e morbide variazioni delle due eleganti figure in primo piano. Queste ultime, nonostante uno sfondo abbastanza netto e dettagliato – ma fatto di veloci e decise pennellate – sembrano staccarsi dalla tela.
L’ultimo periodo di attività
Gli ultimi nudi realizzati da Renoir sono i più tipici e meglio riusciti del suo periodo maturo, abbastanza noto per la propensione alla scelta di modelle ben in carne.
Renoir, nel corso di tutta la sua carriera artistica, realizza oltre un migliaio di dipinti. Il suo caldo e sensuale linguaggio pittorico ha fatto sì che sue opere possano considerarsi, tra l’altro – di cui abbiamo già abbondantemente parlato in questa pagina e in quelle precedenti – tra le più celebri dell’Impressionismo. Furono anche fra le più riprodotte nelle pagine della storia dell’arte.
L’artista muore il 3 dicembre del 1919 a causa di una gravissima infezione ai polmoni.
Le Bagnanti (60 x 110 cm., 1919, Museo d’Orsay di Parigi.) sono il suo ultimo lavoro, realizzato con i pennelli legati alle dita ormai incapaci di muoversi autonomamente perché rattrappite.
La composizione si presenta con due gruppi di donne nude: due in primo piano e tre nei piani successivi (si osservi lo sfondo sulla destra). Tutto il contesto è ripreso nel giardino di Renoir, situato a Cagnes-sur-Mer.
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