Federico Faruffini
Faruffini federico studiò a Bergamo con il Trecourt e poi a Venezia dove conobbe il Cremona. Trasferitosi a Milano, lavorò all’Accademia di Brera sotto il Bertini. Inquietamente, si dilettava a viaggiare
Faruffini federico studiò a Bergamo con il Trecourt e poi a Venezia dove conobbe il Cremona. Trasferitosi a Milano, lavorò all’Accademia di Brera sotto il Bertini. Inquietamente, si dilettava a viaggiare
Didioni Francesco fu studente a Brera con l’Hayez e con il Casnedi. La sua opera affermatasi principalmente nel ritratto di gusto essenzialmente cremoniano, mostra un'atmosfera blanda con un tipico mite carattere crepuscolare
Dell’Orto Uberto fu ingegnere prima di dedicarsi alla produttività pittorica che intraprese seguendo la scuola dei paesaggisti G. B. Lelli ed Eleuterio Pagliano.
Il De Albertis studiò all’Accademia di Brera ed alternò l’attività di pittore di scene militari a quella di combattente, infatti, fu al seguito di Giuseppe Garibaldi nel 1859 e nel 1866, dopo aver partecipato nel 1848 alle cinque giornate di Milano.
Figlio di un avvocato e fratello del matematico Luigi (considerato il fondatore della geometria algebrica), Cremona Tranquillo frequenta la scuola civica di Pavia ribellandosi, sin da piccolo, a quel mondo borghese al quale apparteneva.
Il Cornienti frequenta a Milano l’Accademia di Brera e, diventato ammiratore di Francesco Hayez, incomincia a seguire subito i corsi della sua scuola.
Conconi Luigi: I suoi interessi lo portano a seguire le orme della pittura dei suoi contemporanei lombardi e viene considerato, più o meno da tutti, seguace in arte, dei suoi amici di vita Cremona e Ronzoni.
Giovanissimo, ancora quasi bambino, Giovanni Carnevali detto il Piccio seguì il lavoro del padre, capomastro e creatore di giochi d’acqua, ad Albino, nella villa dei Conti Spini, dai quali ricevette il soprannome che lo accompagnò per tutta la vita.
Filippo Carcano: Allievo dell’Hayez e del Bertini, dopo alcune tele storiche passò a dipingere quadri veristici come la ‘Partita a biliardo’ del 1867 (Milano, Pinacoteca di Brera), anticipando la tecnica dei divisionisti.
Il Canella, ispirandosi agli ultimi pittori di paesaggio veneti, discepoli del Guardi e del Canaletto, dipinse per lo più paesaggi in genere e vedute di città, rimanendo figura rappresentativa tra le prime generazioni dei vedutisti.