Site icon FRAMMENTIARTE

Il Duomo di Siena

Storia del duomo di Siena

Gli inizi dei lavori

Duomo di Siena

Il Duomo di Siena (Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta), il più importante luogo di culto della città, fu costruito in stile gotico tra la metà del XII secolo e il 1215. Si trova nell’omonima piazza. In quell’anno non avevano ancora portato a termine né la cupola (1264), né la facciata inferiore (1296).

Nel 1317 fu realizzato un prolungamento in direzione della retrostante Valle Piatta.

Pochissime ed incerte sono le documentazioni a noi arrivate, relative al periodo della costruzione, comprese tra inizio lavori e il 1227, fino a quando, cioè, nel dicembre 1226, la Repubblica di Siena non istituì le registrazioni dei costi e dei contratti. Questi, relativi alla costruzione della chiesa in esame, si tenevano presso gli uffici della magistratura finanziaria della Biccherna [Matthias Quast in M. Lorenzoni (2007), pp.105-117].

Pianta a croce ed eretto su un fabbricato preesistente

Il maestoso edificio pare comunque essere stato eretto su un fabbricato preesistente, probabilmente una costruzione del IX secolo, costruita a sua volta sulle rovine di un tempio dedicato a Minerva.

Pianta del Duomo di Siena

La costruzione, che ha una pianta a croce latina con tre navate, fu rivestita tutta intorno da fasce di marmo bianco e verde scuro a simboleggiare lo stemma araldico senese.

Negli anni compresi tra il 1284 e il 1296, su probabile progetto di Giovanni Pisano, fu edificata la parte inferiore della facciata.

Nel 1317 iniziarono i lavori per il prolungamento della chiesa verso la retrostante “Valle Piatta”.

Il Comune, anche dopo i lavori di ampliamento, non non era pienamente soddisfatto di come al momento si presentava la chiesa. Subendo quindi le forti incitazioni dagli stessi senesi, desiderosi di competere con l’imponente Santa Maria del Fiore di Firenze, volle concepire un più ambizioso progetto. Iniziò quindi l’innalzamento di una colossale cattedrale, che poteva competere con le migliori costruzioni di culto europee.

Il “Duomo Nuovo” ed il fallimento di quel progetto

Infatti nel 1339, con la delibera del Consiglio Generale della Campana del 23 agosto 1339, iniziò la costruzione del cosiddetto “Duomo Nuovo” sotto la direzione di Lando di Pietro (altre fonti indicano Lando di Piero). Nell’anno successivo la supervisione era affidata allo scultore-architetto Giovanni di Agostino.

Nel giugno del 1357 interruppero i lavori a causa delle allora non buone vicende politiche. A queste si devono aggiungere le devastanti conseguenze della peste, che già da quasi un decennio martoriava la città, ed alcuni errori di progetto che provocarono una serie di crolli strutturali.

Rimane la chiara testimonianza del fallimento nell’attuale piazza Iacopo della Quercia. Infatti i basamenti per le colonne e gli incastonamenti si trovano nel Museo dell’Opera Metropolitana, oltre al “facciatone”, rimasto incompiuto, che avrebbe dovuto rappresentare il maestoso duomo. Si portò così a compimento la vecchia costruzione.

Il ritorno al primo progetto

Dopo il 1376, sotto la direzione di Giovanni di Cecco, che trasse ispirazione dal duomo di Orvieto, gli operai portarono a termine la parte superiore della facciata.

Il Duomo si presenta con una ricca decorazione scultorea: la parte inferiore della facciata (opera di Giovanni Pisano) ha uno stile romanico-gotico. Questa è aperta a tre portali, mentre quella superiore ha uno stile gotico-fiorito e reca nelle tre cuspidi mosaici ottocenteschi.

Il campanile, i marmi e le volte

Il campanile, eretto nel 1313, è alto 77 metri ed è in stile romanico. Si presenta con fasce marmoree bianche e verde scuro, sei ordini di finestre (monofora quella più bassa fino ad arrivare alla esafora più alta), una cuspide a piramide ottagonale e pinnacoli laterali.

I marmi all’interno della cattedrale, che riprendendo la policromia del motivo esterno, creano, insieme ai giochi di luce ed ombra, un ambiente carico di mistero.

Nel corso del Trecento sopraelevarono le volte, decorate con stelle d’oro in campo azzurro, tanto da far apparire parzialmente internato il ballatoio esterno della cupola.

L’interno del duomo

Nella navata maggiore, tra le volte e gli archi ricorre una cornice che viene sostenuta da 172 busti cinquecenteschi, raffiguranti i “Primi Papi”, che sormontano busti di 36 imperatori.

Il pavimento

Tutta la pavimentazione – in marmo, comprendente 56 riquadri – venne istoriata a tarsia e graffito tra il 1369 e il 1547. Generalmente, per evitare l’eccessiva usura di parti sensibili, oggi la ricoprono parzialmente con tavolati lignei in corrispondenza del presbiterio e della cupola. Ai lavori presero parte oltre quaranta artisti, quasi tutti locali, nello sviluppo tematico della salvezza.

Le due acquasantiere, vicine ai primi pilastri, le realizzò nel 1462-3 Antonio Federighi.

La cupola

La cupola, decorata da statue di santi, che appaiono nelle nicchie della base, si presenta con pianta esagonale in basso e dodecagonale in alto. Nella calotta che la ricopre, a forma asimmetrica, risaltano 42 figure di profeti e patriarchi, dipinti intorno alla fine del Quattrocento.

Il complesso marmoreo dell’altare maggiore fu realizzato nel 1532 da Baldassare Petruzzi, mentre il bellissimo tabernacolo bronzeo (1467-1472) che lo domina è di Lorenzo di Pietro, meglio conosciuto come il Vecchietta.

La vetrata, la Cappella di S. Giovanni battista, la Libreria Piccolomini, l’altare dei due papi e le sculture di Michelangelo

Vetrata dell’oculo del Duomo realizzata da Duccio di Buoninsegna (foto di: Ho visto nina volare from Italy)

La decorazione policroma dell’imponente vetrata dell’abside fu realizzata da Duccio di Buoninsegna.

Sulla sinistra si può ammirare il pergamo, in stile gotico, realizzato dai Pisano (Nicola e Giovanni, rispettivamente padre e figlio) tra 1266-68.

La stessa navata apre alla cappella di San Giovanni Battista ove domina la figura dell’omonimo santo, scolpita da Donatello nel 1457. Nei pressi di quest’ultima si accede alla Libreria Piccolomini fondata da papa Pio III, quando era ancora il Cardinale Francesco Todeschini Piccolomini, per trasferirci la biblioteca dello zio (Papa Pio II). Segue l’altare della famiglia dei due citati papi, commissionato ad Andrea Bregno intorno ai primi anni del Cinquecento, ove si possono ammirare quattro sculture di Michelangelo Buonarroti.

Infine, sulla navata di sinistra, incontriamo la Cappella Chigi (conosciuta anche come Cappella della Madonna del Voto), voluta da papa Alessandro VII nel 1661 su progetto di Bernini.

Continua nelle pagine successive con:

La riproduzione dei contenuti di questo sito web di Arte, anche eseguita soltanto in parte, è vietata.
Exit mobile version