Gignous (Zignù) Eugenio (Milano 1850 / Stresa 1906)
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Nato da una famiglia di origine savoiarda, il Gignous seguì all’Accademia di Brera i corsi di pittura di paesaggio come allievo di Luigi Riccardi sino al 1870, anno in cui conseguì un premio con il “Cortile rustico alla Colombana”.
Inizialmente influenzato dal Ranzoni e dal Cremona, si rivolse ad un’osservazione del vero chiara e penetrante, sforzandosi poi di rendere l’effetto di atmosfera, di ambiente e di architettura con una visione più sintetica.
Nella pittura cremoniana per la pittura di paesaggio fu considerato uno dei più fedeli traspositori. E già nelle sue opere iniziali rivela una sensibilità che gli consente di aderire al contatto con la natura con un attaccamento davvero trepidante. Nei suoi paesaggi, per una certa tradizione del chiaroscuro lombardo, sembra quasi che le superfici dei quadri vengano trapunte da una sorte di velo.
Trasferitosi a vivere nelle vallate del Gignese, vicino a Stresa, l’artista fu instancabile nel produrre opere dove poneva in risalto tutte le ricerche possibili per le innumerevoli tonalità dei verdi che lo circondavano; e per tale fatto, qualcuno ha raccontato che il pittore, sentendosi ormai prossimo alla fine e guardando dalla sua finestra verso i verdi pendii erbosi, gli arbusti dei sottoboschi o le vegetazioni più prossime del suo giardino, abbia pronunciato: “O verdi, avete finito di farmi soffrire!”.
Tra le molte sue opere, ricordiamo: “Primavera”, “Sul Mottarone”, entrambe esposte attualmente nella Galleria d’Arte Moderna a Milano e, “La quiete”, (Roma, Galleria d’Arte Moderna).
Due opere di Eugenio Gignous:
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