Uberto Dell’Orto (Milano 6-1- 1848 / 27-11- 1895)
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Uberto Dell’Orto fu ingegnere prima di dedicarsi alla produttività pittorica che intraprese seguendo la scuola dei paesaggisti G. B. Lelli ed Eleuterio Pagliano.
Per i dipinti dei suoi paesaggi aveva, come un po’ tutti i paesisti, le sue località preferite che per lui furono i soggetti di alta montagna o le calme estive del lago di Como, e studiava con insistenza, a volte con vero tormento, sia i toni che i colori, le gradazioni delle vegetazioni, le luci e le trasparenze dei cieli e delle acque, come si ammira nel “Riva di Malgrate” (Milano, Proprietà Teresa Biffi Dell’Orto).
Delle sue ricerche coloristiche sono rimasti molti studi e numerosi bozzetti tutti indirizzati nella ricerca delle più leggere gradazioni di tono, dalla limpidezza delle luci alla trasparenza delle ombre dei grigi e dei giallastri dei pendii rocciosi, nonché, dei più fragili palpiti atmosferici.
Seppure incominciò, non proprio giovanissimo, a frequentare l’arte della pittura, l’artista vi si appassionò con eccezionale fervore.
Sotto una certa influenza cremoniana e manzoniana fu ottimo ritrattista, ma come già suaccennato, la sua inclinazione volse principalmente verso la pittura paesaggista, ed al pari di un Carcano o di un Filippini, raggiunse ottimi risultati con tele dalle grandi dimensioni.
Fu premiato con una medaglia d’oro a Berlino nel 1891. Tra le sue opere maggiori, da ricordare: “Alti pascoli” , “Maloja” (Milano, Accademia di Brera) e “Giogo del San Bernardino” (Ministero della Pubblica istruzione).
Un’opera di Uberto Dell’Orto:
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