Pagine correlate a Botticelli e i lavori nella Cappella Sistina: Biografia e stile di Botticelli Le opere – L’elenco delle opere – Il periodo artistico – La critica – L’artista dalle Vite di Giorgio Vasari (pdf) – Bibliografia.
Botticelli e la Cappella Sistina:
Segue dalla pagina precedente: “Botticelli al servizio della famiglia de’ Medici“
La partenza per Roma di Botticelli insieme a Ghirlandaio, Perugino e Rosselli
Botticelli e la Cappella Sistina: Storie della vita di Cristo e di Mosè
La rottura politica della Famiglia de’ Medici con gli alleati della Congiura dei Pazzi del 1478 fu intelligentemente risanata attraverso scambi culturali, soprattutto con Ferdinando I di Aragona e Sisto IV.
Si ricorda che tale congiura venne messa in atto da alcuni membri della famiglia di banchieri fiorentini, che con aiuti esterni congiurarono contro i governanti. Il complotto da cui scampò Lorenzo il Magnifico, che grazie alla sua destrezza subì guaribili ferite, si concluse con la morte di Giuliano de’ Medici.
Il Botticelli con i migliori artisti nella Cappella Sistina
I migliori artisti di Firenze e dintorni entrarono così nelle varie corti della nostra penisola come portatori di bellezza e armonia della cultura fiorentina. Infatti il 27 ottobre del 1480 il Botticelli, insieme a Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Cosimo Rosselli, tutti con i propri collaboratori a seguito, partirono per Roma per lavorare nella Cappella Sistina[Santi, citazione a pagina 86].
Il ciclo a cui erano chiamati a lavorare prevedeva l’esecuzione di dieci riquadri raffiguranti scene con le Storie della vita di Cristo e di Mosè.
Gli artisti e le convenzioni da rispettare
Gli artisti nelle loro rappresentazioni dovevano attenersi scrupolosamente alle generali convenzioni, tanto da far risultare omogeneo il lavoro di insieme. Dovevano infatti realizzare una comune struttura compositiva, impiegare un’unica scala dimensionale, combinare affini distribuzioni degli elementi ritmici e, infine, avere la stessa conformità nella paesaggistica.
Inoltre si richiese l’utilizzo di una comune tonalità sulle rifiniture in oro, così da dare risalto agli affreschi con i bagliori delle illuminazioni interne.
Papa Sisto IV programmò l’iconografia disponendo simmetricamente le scene in modo da evidenziare il confronto concettuale tra le storie di Cristo e quelle di Mosè, con lo scopo di enfatizzare l’importanza del Nuovo Testamento, che attraverso la continuità della legge divina, stadio per stadio, si sarebbe tramutato nel messaggio cristiano, quindi tramandato da Gesù a san Pietro (primo pontefice) e a tutti i suoi successori.
Le scene del Botticelli
Il Botticelli doveva realizzare tre scene (Le Prove di Cristo, Le Prove di Mosè, La Punizione dei ribelli) e la raffigurazione di alcuni papi.
Il 17 febbraio 1482 gli ampliarono il contratto per l’esecuzione di nuovi affreschi. Questi però mai videro la luce a causa di un improvviso richiamo dell’artista a Firenze per la morte del padre, da cui non ripartì.
I collaboratori nei tre affreschi del Botticelli
Ai tre affreschi, data la loro vastità, parteciparono alcuni collaboratori del Botticelli [Santi, citazione pagina 120].
In generale nella realizzazione dei suoi riquadri il Botticelli non risultò ben determinato. Mostrò problematiche, sia nelle forme che nella narrazione, generando così un insieme alquanto frammentato. Data la mole dell’artista ciò potrebbe essere dipeso dallo spaesamento nell’operare su soggetti non congeniali alle sue abitudini e nell’operare un ambiente a lui estraneo [Santi, citazione pagina 120].
Continua nella pagina successiva con “Rientro di Botticelli a Firenze e le Storie di Nastagio degli Onesti“
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