Pagine correlate all’artista: Biografia e stile di Botticelli Le opere – L’elenco delle opere – Il periodo artistico – La critica – L’artista dalle Vite di Giorgio Vasari (pdf) – Bibliografia.
Botticelli dai Medici.
Segue dalla pagina precedente: “Vita artistica di Botticelli: la filosofia neoplatonica“.
Sandro Botticelli e i Medici
Il gonfalone con Simonetta Vespucci ed altre commissioni
I frequenti rapporti di Botticelli con la famiglia de’ Medici e con le cerchie ad essa collegate garantirono all’artista, oltre alla protezione per un lungo periodo, molteplici commissioni.
Nel 1475 realizzò il gonfalone con la raffigurazione di Simonetta Vespucci – la nobil donna amata da Giuliano de’ Medici – per la giostra tenutasi in piazza Santa Croce, la cui bellezza epica accompagnò il pittore per tutta la sua carriera artistica.
Il gonfalone lo vinse Giuliano de’ Medici[Santi, citazione a pagina 86].
Dopo la morte di Giuliano, caduto vittima della congiura dei pazzi, a Botticelli venne commissionata la raffigurazione su cartelloni dei condannati in contumacia da appendere alle pareti esterne, lato Porta della Dogana, del Palazzo della Signoria.
La stessa cosa fu chiesta ad Andrea del Castagno nel 1440 in seguito al complotto degli Albizi contro la famiglia de’ Medici, che gli valse l’appellativo di “Andrea degli Impiccati”[Santi, citazione a pagina 86].
Chiaro è che l’artista in esame fosse ormai entrato nelle grazie de’ Medici e che ne avesse abbracciato pienamente la causa, ottenendo protezione e quindi la possibilità realizzare opere su pregiatissime committenze.
L’adorazione dei magi
A questo periodo viene assegnata l’Adorazione dei Magi (1475), eseguita per la chiesa di Santa Maria Novella nella cappella funeraria di Gaspare Zanobi, un prestigioso ed influente personaggio nel mondo dell’arte e della finanza.
Trattasi di un’importante composizione con molte novità a livello formale: innanzitutto la scena ripresa frontalmente con al centro le immagini sacre, mentre gli altri personaggi sono disposti ai lati secondo una dilatazione spaziale prospettiva che parte dai primi piani.
Prima di questa, infatti, la disposizione era con i tre re come capi corteo, che si ricollegava alla famosa cavalcata annuale dei Magi celebrata per le vie di Firenze. Lo schema iconografico più innovativo riguarda, comunque, la capanna che ospita la sacra famiglia entro edificio diroccato.
La descrizione del Vasari
Giorgio Vasari descrisse abbondantemente l’opera nelle “Vite” (1568). L’Albertini la cita nel 1510, il Billi nel 1515 e 1516, l’Anonimo Gaddiano nel 1542 e 1548 come autografa di Sandro Botticelli.
La concessione dell’altare passò più tardi ai Pedini e poi a Fabio Mandragoni, importante mercante d’arte che, su schema dello stesso Vasari, fece modificare completamente le cornici.
Il trasferimento dell’opera agli Uffizi
Infine il padronato dell’altare passò a Bernardo Vecchietti che, appena l’ottenne, rimosse l’opera del Botticelli sostituendola con un altro dipinto. Nel 1796, dalla villa di Poggio Imperiale, in cui era stata trasferita dopo la rimozione dall’altare, passò alla Galleria degli Uffizi.
Nelle opere che seguono, ancora neoplatoniche, si rilevano influssi fiamminghi
Lo stesso periodo comprende altre opere, dalle quali si rileva chiaramente l’attaccamento ancora presente alla cerchia dei neoplatonici. Si evidenziano sul Botticelli anche influssi fiamminghi, soprattutto quelli di Hans Memling, nella raffigurazione ritrattistica.
Tale percorso stilistico ha poca durata per quanto riguarda la ritrattistica, che pare già concluso nel “Ritratto di giovane” (1478, si veda foto in basso). Qui vi domina il linearismo formale a scapito delle conquiste del primo Rinascimento fiorentino iniziate da Masaccio. Si evidenzia così la tendenza a dare più importanza alla linea che ad ogni altro elemento dell’opera. Lo sfondo, infatti, è praticamente assente e l’effigiato totalmente trasfigurato da ogni contesto. La dilatazione spaziale diventa di secondaria importanza e non più indispensabile per dare realismo alla scena.
Una bottega ben avviata e molti allievi
Alla fine del decennio 1470-80 la bottega del Botticelli era ormai ben avviata, come testimonia la sua dichiarazione al Catasto del 1480. Qui si riporta un cospicuo numero di allievi, a suo seguito, e altri aiuti.
Nello stesso anno l’artista realizzò, su commissione dei Vespucci, il Sant’Agostino nello studio per chiesa di Ognissanti, una composizione dalle forti caratteristiche espressive che riportano ai più celebri lavori di Andrea del Castagno[Santi, citazione a pagina 86]. Nel 1481 realizzò l’Annunciazione di San Martino alla Scala
Continua nella pagina precedente con “Botticelli e i lavori nella Cappella Sistina“