Michelangelo: Peccato originale e la Cacciata dal Paradiso terrestre nella Cappella Sistina
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Il Peccato originale della Cappella Sistina
L’opera in esame la commissionò papa Giulio II. Trattasi di un affresco realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1510, che misura 280 x 570 cm. e che fa parte della decorazione della volta nella Cappella Sistina in Vaticano.
“Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”. Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi … diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Allora la donna … prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito…”(Genesi 3,1-6)… “Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden…Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita.” (Genesi 3,23-24)
Michelangelo raffigura la “Scacciata” e la “Tentazione di Eva” con una coerenza e contemporaneità mai manifestate da altri artisti prima di lui, superando anche i propri limiti. Il “Peccato originale” attraverso i secoli ha avuto moltissime interpretazioni in chiavi intellettuali. Così come fu enfatizzata la leggiadria di Eva, esaltato l’invecchiamento dei Progenitori cacciati dall’Eden sprovvisti della onnipresente foglia di fico, e percepito il simultaneo provenire dall’albero delle forze del male e della vendetta (peccato e scacciata).
Nel particolare sopra riportato è raffigurato solo il peccato originale ma la scena della “Scacciata” fa parte dello stesso affresco ed è collocata sulla destra dell’albero. I progenitori vengono scacciati da un angelo con in mano la spada e lasciano il Paradiso terrestre, dolenti, umiliati e curvi, presi dal forte rimorso per il peccato appena commesso.
Storia del dipinto
Nel raffigurare la volta della Cappella Sistina Michelangelo iniziò dalle campate presso l’ingresso, la cui porta veniva aperta per le solenni riunioni del pontefice con il suo seguito. Nella settimana santa era anche prevista una processione, che partendo dall’ingresso arrivava fino alle campate sopra l’altare.
Il peccato originale, insieme alla “Cacciata dal Paradiso terrestre” (Genesi 3,1-13.22-24), appartiene perciò al primo blocco.
Nel Peccato originale e Cacciata, e nella raffigurazione che viene subito dopo (la Creazione di Eva), spicca la differenza di dimensione delle figure, che sono più grandi. Risulta diversa anche la struttura compositiva, che appare un po’ più sintetica ma colma delle gestualità più essenziali. Tutto questo fa pensare che sia dovuto al fatto dell’improvvisa radiazione degli assistenti, avvenuta dopo le prime tre storie di Noè, per l’insoddisfazione dello stesso Michelangelo.
Il peccato originale e la Cacciata vennero realizzati in tredici giorni, e furono iniziati dall’angolo a sinistra in alto, dove appare il fogliame dell’albero. Una composizione creata con pennellate fluide e decise.
Descrizione dell’opera
L’intera raffigurazione la possiamo suddividere in due parti, facendo asse in corrispondenza dell’albero della conoscenza del Bene e del Male. Sulla metà di sinistra, entro la zona delimitata dal fogliame dell’albero e dalla lieve discesa del profilo roccioso, in contrasto con un cielo chiarissimo, appare la scena del Peccato originale. Qui l’artista raffigura il serpente tentatore nelle sembianze di una figura femminile, in linea con la tradizione, che generalmente lo raffigurava con una testina umana. Il rettile porge ad Eva un frutto proibito, mentre Adamo è in atteggiamento di prenderne altri.
Adamo ed Eva, completamente privi di indumenti, appaiono con fisici massicci. Anche la figura femminile evidenzia, soprattutto nelle braccia ma anche nel tronco e nelle gambe, quella muscolosità mascolina che vediamo spesso nei corpulenti plasmati michelangioleschi.
Nella zona di destra il paesaggio non è lo stesso e si presenta desolato e spoglio. Dal cielo appare l’angelo con in mano una spada mentre scaccia Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.
Gli atteggiamenti dei progenitori evidenziano sofferenza e umiliazione, mentre i loro corpi appaiono contratti e improvvisamente invecchiati. Le smorfie di dolore sui loro volti ricordano l’espressività del Masaccio sullo stesso tema (Cacciata dei progenitori). Qui Michelangelo dà ulteriori sviluppi.
Prendendo in considerazione l’effetto globale della composizione, ci accorgiamo che dal punto di vista strutturale spiccano i gesti simmetrici e complementari del diavolo tentatore (a sinistra) e dell’angelo (a destra). L’asse di simmetria è rappresentato dall’Albero della conoscenza del Bene e del Male, posto pressoché al centro.
Nell’interpretazione a ritroso delle scene della Genesi, come rappresentazione dei fatti risalenti della Settimana Santa, la scena del Peccato originale simboleggia il Cristo crocifisso, col “Lignum vitae” dell’Albero, che Michelangelo inserisce di proposito al centro. Secondo la tradizione l’albero e la Vera croce sono dello stesso legno.
Per concludere
Grande effetto suscitò la presente scena dopo il grande restauro della Cappella Sistina, che riportò agli originali contrasti coloristici l’intera composizione, ridandogli il meritato valore. Gradevoli sono infatti i giochi di colore tra toni caldi e freddi, nonché le eleganti variazioni di modellato delle figure.