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Concerto campestre (Louvre) del Giorgione

Giorgione: Concerto campestre (Louvre)

Giorgione: Concerto campestre (Louvre)
CGiorgione: oncerto campestre, cm. 138, Louvre, Parigi.

Al primo elenco opere del Giorgione

        Sull’opera: “Concerto campestre” è un dipinto attribuito al Giorgione con moltissime riserve (alla stessa stregua attribuito al Tiziano), realizzato con tecnica ad olio su tela nel 1510, misura 110 x 138 cm. ed è custodito nel Museo del Louvre a Parigi.

La calda e dorata tonalità della luce crepuscolare aiuta a creare un atmosfera da sogno, che coinvolge anche il gruppo di ragazzi assorti – come ci racconta la tradizione – negli echi delle note di un pezzo appena terminato; in secondo piano, sotto le masse scure di alcuni alberi, un pastore sta governando un gregge.

Sulla sinistra dominano alcuni edifici, che precedono il paese,  in contrapposizione ad un chiaro orizzonte, leggermente inclinato, che sembra degradare in una dilatazione spaziale infinita – oltre la tela – confondendosi con il cielo.

Secondo il critico di storia dell’arte Justi – senza alcuna esibizione di documentazione a suffragio, salvo quella dell’appartenenza ai Gonzaga – il dipinto sarebbe appartenuto alla collezione di Isabella d’Este (1474 – 1539). La prima citazione apparve nel 1627, anno in cui venne venduto dalla famiglia dei Gonzaga a Carlo I d’Inghilterra (1600 – 1649), dalle cui collezioni passò, nel 1649, ad  Eberhard Jabach, un facoltoso banchiere francese; quest’ultimo lo cedette alla collezione di Luigi XIV (1638 – 1715).

Per quanto riguarda l’attribuzione, che per tradizione era riferita al Giorgione, la vicenda incominciò a complicarsi sin dal 1839, quando il Waagen l’assegnò a Palma il Vecchio, innescando un processo di complicazioni che ancor oggi non si sono affatto concluse.

Anche per il Cavalcaselle (1871) l’opera non sarebbe stata autografa del Giorgione ma di Sebastiano del Piombo. Il Morelli, nel 1880, ritornò alla tradizionale attribuzione mentre Lionello Venturi (1913) – in contrasto con il figlio Adolfo che nel 1928 lo riferiva al Giorgione – lo attribuiva a Sebastiano del Piombo.

Seguirono altre ipotesi di attribuzione di molti eminenti critici d’arte, ognuna contrastante con altre, e ripensamenti (come quello di L. Venturi che ritornò al Giorgione).

Tra le più credibili ipotesi avanzate, rimane quella del Pallucchini (1953) che suggeriva potesse trattarsi di un’opera iniziata dal Giorgione e portata a termine dal Tiziano.

Particolari dell’opera:

Particolare dello sfondo paesaggistico con casolari.

Particolare del suonatore di sinistra.

Particolare del suonatore di destra.

Particolare di una scena sullo sfondo.

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