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La Lippina (Madonna col Bambino e angeli) di Filippo Lippi

Filippo Lippi: La Lippina (Madonna col Bambino e angeli)

Filippo Lippi: Lippina (Madonna col Bambino e angeli)
Filippo Lippi: Lippina (Madonna col Bambino e angeli), 1457-69 circa, cm. 92 x 63,5 , tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze.

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Nota: foto a bassa risoluzione perché protetta dalla legislazione sulla protezione dei beni culturali.

Sull’opera: “Lippina (Madonna col Bambino e angeli)” è un dipinto di Filippo Lippi realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1457-69, misura 92 x 63,5  cm. ed è custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Sul retro della tavola appare uno schizzo di un busto femminile realizzato a pennello. 

Secondo gli studiosi di storia dell’arte si tratta del più celebre dipinto di Filippo Lippi, molto ammirato e considerato come esempio di base per le esecuzioni coeve e successive delle Madonne col Bambino, anche quelle realizzate da Botticelli. La tavola riveste una fondamentale importanza anche perché viene considerata priva di interventi della bottega.

Per quanto riguarda le vicende storiche e la cronologia del dipinto non esistono attualmente documentazioni che possano fare ad esso riferimento alcuno. La Madonna, nella cui figura viene tradizionalmente identificata la compagna Lucrezia Buti, farebbe ipotizzare un’opera coeva agli affreschi del duomo di Prato (1452-1466), mentre facendo riferimento alle insolite dimensioni del supporto si pensa che potesse, invece, essere legata ad una precisa celebrazione, come ad esempio la nascita di Filippino (1457), anche se è ormai consolidata l’identificazione del figlio dell’artista nella figura del Bambino o, dell’angelo. In considerazione di ciò, si dovrebbe postdatare la cronologia intorno al 1465, un anno che concorderebbe anche con l’analisi stilistica.

Come già accennato in precedenza, sul verso dell’opera appare uno schizzo di un busto femminile ma è presente anche una scritta settecentesca che testimonia la presenza della tavola, presso la famiglia de’ Medici, a quell’epoca nella villa di Poggio Imperiale. Il 13 maggio 1796 la composizione entrò agli Uffizi di Firenze, registrata negli elenchi del nucleo originario ingresso nelle Gallerie Granducali degli stessi Uffizi.

L’inedita struttura compositiva e l’altrettanto rinnovato impiego del colore della Lippina configurano un’anticipata prevaricazione dei tempi, in modo del tutto insolito, con una scena ambientata davanti ad un quadro con un paesaggio (o una finestra aperta allo stesso paesaggio), la cui dilatazione spaziale, che richiama la pittura fiamminga, sembra protrarsi oltre il supporto pittorico. Il volto della Madonna, in atteggiamento di adorazione del suo Bambino, si presenta carico di malinconia, come voler allontanare, con la preghiera, il tremendo destino della Passione. Essa è ripresa in tre quarti ma con il viso quasi di profilo, seduta su una seggiola. Il volto e l’articolata acconciatura con veli sottilissimi e perle, che evidenzino l’estremo virtuosismo dell’artista, verranno spesso presi come modello per  tutta la seconda metà del Quattrocento fiorentino.

Sempre alla Galleria degli Uffizi, sezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, esiste un pregiato disegno preparatorio della Lippina, realizzato a punta d’argento e biacca su carta giallo-ocra filigranata. Attribuita all’artista, già nel manoscritto dell’Archivio di Stato di Firenze (guard. 779 ins. 9) del 1687, in precedenza faceva parte della raccolta del cardinale Leopoldo de’ Medici.

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