Fra’ Bartolomeo: Cristo Giudice fra due angeli trombettieri
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Sull’opera: “Cristo Giudice fra due angeli trombettieri” è un dipinto di Fra’ Bartolomeo realizzato su tavola nel 1514, misura 23,6 x 22,5 cm. ed è custodito nei depositi delle Gallerie Fiorentine a Firenze.
Spostamenti: Chiesa di San Marco Firenze; 1713, Palazzo Pitti, Firenze; 1753, Galleria degli Uffizi, Firenze; 1951, Casa Vasari, Arezzo; 1995, Museo di San Marco, Firenze.
Restauro; biennio 1995-96, Laboratorio di Restauro SBAS, Firenze, a cura di Diane Kunzelman.
Trattati, cataloghi e pubblicazioni: ASF, Guard. Medic. 1222, Inventario dei (…) del Principe Ferdinando, 1713, c. 92r; AGF, ms. 95, Inventano delle preziose…, 1753, n° 2500; AGF, ms. 98, Inventario generale…, 1769, n° 2891; AGF, ms. 113, Inventario generale della Real Galleria…, I, 1784, c. 243 n° 501; AGF, ms. 173, Catalogo generale…, I, 1825, n° 143; AGF, inv. 1881, n° 1502e; Pieraccini, 1914, pag. 160, n° 1152; Spalletti in Gli Uffizi, catalogo generale, 1979, pag. 148; Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 196, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).
La presente tavoletta, di sottile spessore ed a forma quadrata, reca sul lato opposto alla stesura pittorica una scritta a inchiostro in grafia sei-settecentesca: “Mano del Frate compimento della Nicchia Antica del famoso quadro del S. Vincentio Ferrerio de Padri di S. Marco”. La stessa descrizione, meno leggibile, si trova su un cartellino attaccato al supporto ligneo.
Entrambe le iscrizioni aiutano gli studiosi di storia dell’arte a stabilire un sicuro collegamento della piccola composizione con quella del “San Vincenzo predicante”, che rimase nel convento di San Marco fino alla sottrazione da parte delle truppe napoleoniche e che nel 1810 ritornò, insieme a questo “Cristo Giudice”, presso le Gallerie fiorentine ma che, a differenza della tavoletta da esso smembrata, approdò subito nelle collezioni medicee. Tale collegamento porta immancabilmente all’autografia del frate pittore.
L’ultimo restauro ha messo in evidenza che la tavoletta sin dal momento dello smembramento subì diversi danni e manomissioni fra i quali ricordiamo:
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un significativo abbassamento perimetrale interessato al verso del supporto, che marginalmente ha interessato anche la scritta seicentesca riportata direttamente sul legno;
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una rifilatura della tavola su tre lati;
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due spaccature (una laterale a sinistra ed una centrale).
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