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Profeta Daniele nella volta della Cappella Sistina

Profeta Daniele: Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti: Il profeta Daniele nella volta della Cappella Sistina
Michelangelo Buonarroti: Il profeta Daniele nella volta della Cappella Sistina.
Veggente precedente: Profeta Gioele

Veggente successivo: Sibilla Persica

Pagina correlata: Dipinti di Michelangelo

Il profeta Daniele è un affresco di Michelangelo realizzato intorno al 1511, misura 395 x 380 cm. e appartiene alla decorazione della volta della Cappella Sistina in Vaticano. L’opera raffigurante il profeta Daniele fu commissionata da Giulio II.

Il profeta Daniele nel soffitto della Cappella Sistina

Prima del restauro: Volta della Cappella Sistina, particolare del profeta Daniele, anno 1511, 395 x 380 cm. Vaticano.

Nella raffigurazione michelangiolesca, attraverso i secoli, questo profeta fu considerato dalla maggior parte degli studiosi di storia dell’arte come intento a mettere a confronto due testi. Entrambi gli scritti rimandano al Giudizio Universale, al quale farebbero riferimento, in qualche maniera, anche gli Assistenti.

Prima del grande restauro il dipinto era scolorito, soprattutto dall’azione dell’umido.

Storia

Per gli affreschi della volta della Cappella Sistina, l’artista procedette iniziando dalle campate vicine all’entrata. La porta d’ingresso veniva aperta in occasione di solenni cerimonie, alle quali partecipava il papa con tutto il suo seguito.

La scena del profeta Daniele, che appare in corrispondenza della settima campata (conteggiata dall’ingresso), appartiene quindi al secondo blocco dei lavori, effettuato sul secondo ponteggio, montato nell’autunno del 1511 e smantellato nell’ottobre dell’anno successivo.

Descrizione

Il profeta Daniele fa parte del gruppo delle scene dei Veggenti, assisi su grossi troni marmorei.

Tutti i veggenti, raffigurati su un ampi ed architettonici scranni, hanno a disposizione due giovani assistenti. Appaiono con essi anche coppie di putti in vari atteggiamenti.

Il nome dei profeti, o sibille (nel presente caso è DANIEL), appare in una tabella al di sotto della base del trono, sorretta da un putto. Solo il nominativo del profeta Zaccaria, sotto il quale spicca lo stemma Della Rovere, vi fa eccezione.

In questo affresco Michelangelo rappresenta il profeta con energia superiore a quelli realizzati in precedenza sulla stessa volta della Cappella Sistina. Per alcuni studiosi di storia dell’arte, tanto più ci si avvicina all’altare, tanto più energiche diventano le figure, soprattutto nell’espressione interiore.

Si raffronti, a tal proposito, la calma del profeta Zaccaria in meditazione, il più lontano dall’altare, con l’angosciosa disperazione di Geremia, nonché entrambe le figure con la forte inquietudine di Giona, nel proferire la propria profezia.

Michelangelo riprende il profeta Daniele intento a leggere un grosso volume, che tiene appoggiato sulle gambe. Il putto che lo assiste è raffigurato con vigoroso dinamismo mentre faticosamente inarca la schiena per sostenere il pesante libro sul quale vi grava anche il poderoso braccio del veggente. Quest’ultimo, con le dita appoggiate su un foglio alla sua destra, come per non perdere il segno della lettura, pare essere fortemente interessato ad entrambe le scritture (Giudizio universale), che gli provocano turbamento come mostra l’espressione del viso.

Stile

Michelangelo rappresenta la figura del profeta con una coloristica estremamente vigorosa. Risaltano i dettagli anatomici: i giganteschi piedi, la poderosa caviglia e le possenti braccia, che conferiscono alla figura dinamismo e una straordinaria energia.

Il putto che si trova alle sue spalle, la cui testa è ricoperta da un manto, pare offra partecipazione attiva all’operato del veggente.

L’ultimo restauro è riuscito a donare l’originale splendore cromatico delle vesti, in cui appaiono, contrastanti ma delicati, gli azzurri, i verdi i violetti, i gialli e le chiarissime variazioni biancastre,

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