Filippo Lippi: Tondo Cook, o Adorazione dei Magi
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Sull’opera: “Tondo Cook”, o “Adorazione dei Magi”, è un dipinto iniziato da Beato Angelico e portato a compimento da Filippo Lippi, realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1449-1455, ha un diametro di 137, 2 cm. ed è custodito nella National Gallery of Art di Washington.
Le ipotesi più sostenete sono quelle che considerano due fasi di realizzazione della composizione: gli anni Trenta, quando fu iniziata da Beato Angelico, e gli anni Cinquanta, quando fu portata a termine da Filippo Lippi.
Trattasi verosimilmente di uno dei primi tondi a noi pervenuti, realizzato al solo scopo della divulgazione dell’arte, anziché con funzioni aggiunte come, vassoi, tondi per ripiani, deschi da parto ecc…..
Questo tondo, viene generalmente messo in relazione con il quello di Domenico Veneziano, raffigurante la stessa scena, per via probabilmente della committenza che viene riferita per entrambi alla famiglia de’ Medici.
Alcuni studiosi di storia dell’arte suppongono che fosse stato commissionato all’Angelico in un periodo coincidente con la nascita nascita di Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Firenze, 1492), ma l’unica cosa certa è l’identificazione di un tondo dalle stesse caratteristiche nella camera di Lorenzo, presente nell’inventario del 1492 di palazzo Medici, redatto alla morte di quest’ultimo.
Da documentazioni certe si ricava che in quell’occasione l’opera venne stimata 100 fiorini e ascritta come opera di Beato Angelico.
La storia sull’autografia della composizione è molto articolata ed ha visto accumularsi, nell’arco dei secoli ma soprattutto nell’Ottocento, vari nomi (Botticelli, Benozzo Gozzoli, il figlio Filippino, ecc……) oltre quello dei due principali artisti. Tuttavia tali ipotesi oscillavano sempre intorno a Lippi e l’Angelico.
Nel 1932 il Berenson, dopo un’approfondita ricerca, sostenne in un suo catalogo riferito al Lippi, che il tondo era stato progettato ed iniziato dall’Angelico con un suo collaboratore intorno al 1442 e poi portato a compimento dal Lippi.
Seguì prima la conferma del Pope-Hennessy e poi quella del Ruda (1993) ma lo stesso studioso, poco più tardi, aveva già attributo l’intera opera al Lippi.
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