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“Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa” di Pinturicchio

Pinturicchio: Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa, 1509-1510 circa, serie di affreschi, volta del coro di Santa Maria del Popolo, Roma.

Pinturicchio: Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa, 1509-1510 circa, serie di affreschi, volta del coro di Santa Maria del Popolo, Roma.

 Pinturicchio: Volta con Incoronazione della Vergine Santa Maria del Popolo, Roma

Pinturicchio: Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa
Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa, 1509-1510 circa, serie di affreschi, volta del coro di Santa Maria del Popolo, Roma.

Sull’opera: la “Volta con Incoronazione della Vergine, Evangelisti, Sibille e Dottori della Chiesa” è un’opera ad affresco di Pinturicchio realizzata nella volta del coro della basilica Santa Maria del Popolo a Roma.

Cenni descrittivi

La presente decorazione corrisponde all’ultima grandiosa committenza affrontata dall’artista, chiamato nella capitale da papa Giulio II.

I lavori furono portati a termine nel 1510, ma è possibile che Pinturicchio si trovasse già da due anni a Roma, quando Giovan Battista Caporali (1476 – 1560), suo abituale assistente nelle varie imprese, nel suo commento a Vitruvio, riferì di una cena con Perugino, Signorelli e lo stesso Pinturicchio in casa del Bramante [Acidini, cit., pag. 241].

L’impianto compositivo della volta, che si presenta col quadrato doppio, è certamente tratto da quello della Villa Adriana, come testimonia un disegno di Giuliano Giamberti da Sangallo (Firenze, 1445 – Firenze, 1516) e dai i primi disegni di Michelangelo datati 1508 (attualmente a Londra e Detroit) e impiegati per gli affreschi della della Cappella Sistina.

Collaboratori

Secondo gli studiosi, tra gli artisti che collaborarono in questa grandiosa impresa ci furono il Caporali, Antonio da Viterbo detto il Pastura e probabilmente Manni Giannicola di Paolo. Quest’ultimo fu anche collaboratore di Perugino [Acidini, cit., pag. 242].

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