Allegoria della fede di Jan Vermeer
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Descrizione e storia
Sull’opera: “Allegoria della fede” è un dipinto autografo di Jan Vermeer, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1670, misura 114 x 89 cm. . Il dipinto è custodito nel Metropolitan Museum di New York.
L’ispirazione letteraria
Nel 1914 A.J. Barnouw in “0-H” ipotizzava che la fonte letteraria del dipinto in esame fosse nell’allegoria della Fede come viene proposta da C. Ripa nell’iconologia (versione olandese, 1644) di D. P. : “La Fede si rappresenta con una dama seduta (…) reggente nella destra un Calice e la sinistra su un Libro posto su una solida Pietra angolare — cioè Cristo — e i piedi sul Globo terrestre. È vestita di seta azzurra, con sopravveste carminio. Sotto la pietra giacciono una Serpe schiacciata e la Morte con le frecce spezzate. Lì accanto, una Mela allusiva al Peccato. Dietro la donna, sospesa a un chiodo c’è la Corona di Spine, che non esige chiarimenti. Nel fondo, una raffigurazione di Abramo che attende al sacrificio del Figlio”.
Osservando bene il dipinto ci si accorge che il Vermeer non seguì il testo del Ripa punto per punto e che le divergenze sono abbastanza eloquenti. Ad esempio la posizione della Bibbia, del calice e del crocifisso, non è la stessa (su un tavolo, anziché sulla pietra). La pietra, comunque ben delineata, squadrata e vicina alla mela simbolica, tiene schiacciato il serpente. Il “Sacrificio di Abramo” è assente ma c’è una raffigurazione della Crocifissione (parete di fondo) a sinistra di un pannello di cuoio con motivi aurei. Oltre a queste importanti particolarità si scorge la consueta tenda, presente in varie opere del periodo maturo (“Suonatrice di chitarra” e “Fantesca e signora con lettera”)
La crocifissione
La Crocifissione riprodotta nel contesto della composizione corrisponde esattamente ad un’opera del pittore fiammingo Jordaens (Anversa, 1593 – Anversa, 1678), che apparteneva appunto al Vermeer.
Identificazione e storia
L’opera viene generalmente identificata con il lotto n. 25 battuto a 400 fiorini all’asta H. van Swol nel 1699 ad Amsterdam, con titolo e dicitura di “Donna seduta, con un secondo significato, concernente il Nuovo Testamento; di Vermeer …”. Sempre ad Amsterdam, la tela passò per varie vendite: nel 1718, 1735 e 1749 (venduta a 70 fiorini).
Intorno alla fine dell’Ottocento il dipinto approdava – non come opera del Vermeer ma del pittore tedesco Eglon van der Neer (1634-1703) – all’antiquario berlinese Wächtler, che l’aveva reperita a Vienna, dove con molta probabilità vi stazionava da molto tempo.
Dopo che venne assegnata all’artista dallo studioso M. Friedlànder, l’opera fu venduta a A. Bredius, che la espose dal 1899 al 1928 al Mauritshuis dell’Aia. Più tardi apparteneva al mercante parigino F. Kleinberger, quindi – nel 1928 – a M. Friedsman, che volle legarla al Metropolitan Museum di New York.
Per quanto riguarda l’autografia i critici sono generalmente d’accordo nell’assegnarla al Vermeer.