Filippo Lippi: Incoronazione Marsuppini
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Sull’opera: “Incoronazione Marsuppini” è un complesso pittorico di Filippo Lippi, attualmente costituito da tre pannelli, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel intorno al 1445 (non certamente prima), misura 172 x 93 cm. ed è custodito nella Pinacoteca Vaticana a Roma.
la raffigurazione centrale misura 172 x 93 cm., mentre quelle laterali sono di 167 x 79 cm. ciascuna.
L’opera fu commissionata da Carlo Marsuppini (da cui il nome della pala), l’allora cancelliere della Repubblica di Firenze, per la cappella di San Bernardo nella chiesa del monastero degli Olivetani ad Arezzo.
L’occasione fu la scomparsa del padre del committente, Gregorio, morto nel 1444, per cui l’opera viene generalmente assegnata ad un periodo certamente posteriore. Alcuni studiosi si spingono addirittura a datarla fino al 1460.
La tavola rimase nella chiesa aretina fino al 1785, periodo delle soppressioni leopoldine (1780-90), quando fu smembrata in il tre pannelli e venduta a privati. Ritornata sul mercato fu acquistata da papa Gregorio XVI (Belluno, 1765 – Roma, 1846).
Lo stile dell’opera richiama quello di Beato Angelico, misurato e arcaizzante, che nel corso del tempo ha provocato alcune perplessità in fatto di attribuzione, oggi quasi del tutto chiarite fra gli studiosi, fatta eccezione di Rowlands, che si pronunciò contro l’autografia del Lippi nel 1989.
Nel pannello centrale, su di un alto podio con tre scalini e contro uno sfondo a nicchia a forma di valva di conchiglia, si svolge la scena dell’Incoronazione della Vergine, inginocchiata davanti al Cristo che le appoggia delicatamente la corona sulla testa.
Ai due lati, in un’esatta continuazione ambientale e in una perfetta simmetria di figure, appaiono tre angeli musicanti, sullo stesso podio della scena centrale, e due santi in piedi in primo piano. Le due coppie di santi raffigurati ai lati, appartenenti all’ordine monastico, stanno presentando Gregorio Marsuppini e il figlio Carlo, inginocchiati.
Alcuni studiosi di storia dell’arte sostengono che le figure degli angeli musicanti siano state realizzate da un collaboratore che potrebbe essere identificato in Bartolomeo di Giovanni Corradini, un allievo del Lippi attivo nella sua bottega tra la fine del 1445 e i primi del 1446, oppure Fra’ Carnevale, o il Maestro della Natività di Castello.