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“Apparizione di Cristo alla Madonna” di Filippino Lippi

Filippino Lippi: Apparizione di Cristo alla Madonna

Filippino Lippi: Apparizione di Cristo alla Madonna
Filippino Lippi: Apparizione di Cristo alla Madonna, 1493, olio su tavola, 156,1 x 146,7 cm., Alte Pinakothek, Monaco di Baviera.

Sull’opera: “Apparizione di Cristo alla Madonna” è un dipinto di Filippino Lippi realizzato con tecnica a olio su tavola intorno al 1493, misura 156,1 x 146,7 cm. ed è custodito nella Alte Pinakothek a Monaco di Baviera. 

 La tavola viene attribuita a Filippino Lippi cronologicamente legata al suo rientro a Firenze dopo gli affreschi della Cappella Carafa Santa Maria sopra Minerva a Roma. La composizione viene generalmente identificata con la tavola che il Vasari vide in San Francesco al Palco a Prato.

Nell’ottocento fu acquistata dal re di Baviera, Ludovico I (Strasburgo, – Nizza, 1868), rimanendo poi nelle collezioni reali e, quindi, trasferita nel museo bavarese.

La scena si svolge all’esterno ove Gesù, inviato dall’Eterno (raffigurato in cielo entro disco dorato tra le nuvole con angioletti), appare alla Vergine inginocchiata. In alto, ai lati, viene raffigurata la scena di un’insolita Annunciazione con l’Angelo annunciante e Vergine annunciata separati dalla centrale rappresentazione divina. Si pensa che quest’ultima iconografia, certamente singolare, fosse stata espressamente richiesta dalla committenza, a cui potrebbe essere collegato il monastero dipinto sulla collina più alta.

I due personaggi in primo piano sono raffigurati in modo solenne e maestoso, con vasti panneggi dai toni variati e splendenti, che armonizzano bene con il cromatismo globale della profonda visione paesaggistica.

Maria e suo figlio, che sono in posizioni pressoché simmetricamente contrapposte (la prima ha una mano sul seno seminascosto da un velo e ha lo sguardo rivolto verso il basso, l’altro si sfiora la ferita sul petto guardando verso l’alto), non instaurano fra loro un diretto contatto visivo, quasi a combinare un’intercessione in precedenza concertata presso il Padre Eterno.

Per altri studiosi di storia dell’arte potrebbe trattarsi del ringraziamento accordato tra madre e figlio il giorno di Pasqua per la Resurrezione: un’iconografia alquanto rara, descritta da Certosino (Ludolfo di Sassonia, 1295 circa – Strasburgo, 1377) e presente nelle visioni di santa Brigida di Svezia (Finsta, 1303 – Roma, 1373), chiamata E prima vidit. Maria, in linea con le prediche di Savonarola.

Di grande rilievo è la paesaggistica sullo sfondo, impostata sulla prospettiva aerea, oltre che a quella lineare, che fonde le cose più vicine all’orizzonte, dove si avvertono richiami alla pittura nordica, soprattutto quella fiamminga, anche se integrati da celebri testimonianze di altri pittori rinascimentali, come lo stesso padre Filippo ed il suo maestro, Sandro Botticelli.

Alla pala è abbinata una predella con una Pietà con il Cristo, sorretto da un angelo ed affiancato da quattro sei santi in un paesaggio continuo.

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