Rosso Fiorentino: Mosè difende le figlie di Jetro
Sull’opera: “Mosè difende le figlie di Jetro” è un dipinto autografo di Rosso Fiorentino realizzato con tecnica a olio su tela nel 1523-24 ed è forse andato perduto. Quello custodito nella Galleria degli Uffizi a Firenze misura 160 x 117 cm. ed è attribuito con dubbi all’artista.
Dell’opera in esame ne parlò il Vasari citando anche il nome del committente, Giovanni Bandini: «un quadro d’alcuni ignudi bellissimi in una storia di Mosè, quando ammazza l’Egizio […] e credo che in Francia fosse mandato». Infatti il dipinto viene ricordato dallo stesso storico come spedito in Francia, intorno al 1530, presso la corte di Francesco I (Cognac, 1494 – Rambouillet, 1547).
La tela, che pervenne agli Uffizi nel 1632, in precedenza si trovava nel Casino di San Marco e faceva parte dei beni di don Antonio de’ Medici. Venne identificata per la prima volta da Gaetano Milanesi nel Mosè descritto dal Vasari.
Vi sono forti dubbi però sul fatto che l’opera sia effettivamente l’originale pervenuto dalla Francia o una fedele riproduzione, come ipotizzò con ragione Antonio Natali. È probabile infatti che la versione autografa del Rosso sia andata perduta.
Le riflettografie eseguite alla tela nel 1995 hanno infatti messo in evidenza un disegno non proprio eccellente, e poi, alcuni brani, soprattutto nei corpi maschili, rivelano un’esecuzione abbastanza sommaria.
Inoltre il tipo di supporto pittorico, cioè la tela, mai impiegato dal Rosso prima del soggiorno francese, fa sorgere qualche perplessità [Natali, cit., p. 134 e ss.].
La cronologia riferita al 1523 (circa) è stata ricavata in base alle affinità cromatiche con la Pala Ginori (pagina precedente), tuttavia Goldschmidt e Pevsner la riferiscono ad un periodo un po’ più tardo, magari quello del soggiorno romano.