Fatiche di Ercole e battaglie per il buen retiro di Francisco Zurbarán
Descrizione e storia
Sull’opera: “Fatiche di Ercole e battaglie per il buen retiro” è un ciclo pittorico di dodici dipinti di Francisco Zurbarán, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1634, in cui vengono raffigurate le fatiche di Ercole e le battaglie per il buen retiro.
Le opere si trovano – eccetto la “Liberazione dell’isola di San Martino”, andata perduta – nel Museo del Prado a Madrid e provengono direttamente dalla sede originaria (si veda più sotto).
I dipinti furono realizzati nella capitale spagnola tra il marzo ed il novembre del 1634 su commissione di Filippo IV d’Asburgo (Valladolid, 1605 – Madrid, 1665), destinate al Palazzo del Buen Retiro per la decorazione del Salón de Reinos.
Le dieci Fatiche, esposte ad un’altezza superiore a quella delle finestre, si alternavano con le due Battaglie.
La studiosa Caturla [“BM” 1945] pubblicò una ricevuta attestante il compenso di 332 ducati per la realizzazione delle dodici opere firmata il 13 novembre 1634 a Madrid.
La stessa Caturla, qualche anno dopo [“BM” 1953], scoprì un’altra ricevuta di pagamento, relativa a un acconto ricevuto nel giugno del medesimo anno, da cui si ricava che a quella data Zurbarán si trovava già a Madrid.
Assai articolate ed incerte le storie esterne di ogni elemento del ciclo delle “Fatiche di Ercole”. A tal proposito si elencano le varie supposizioni:
Le supposizioni
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già citato da Manuel Gallegos [Obras varias al Real Palacio del Buen Retiro, 1637];
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elogiato da Palomino che, a differenza di altri studiosi, ritardava il viaggio dell’artista a Madrid al 1650;
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elogiato da Ponz;
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Ceàn ipotizzava che il maestro avesse realizzato soltanto quattro dipinti;
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Anche Mayer [1911] ipotizzava soltanto quattro tele ma assegnava le rimanenti alla bottega dell’artista;
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Kehrer per primo [1916] riconobbe la piena autografia di Zurbarán nell’intera opera;
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Tormo [“BSE” 1941] si limitava ad assegnare all’artista tre opere, attribuendo le rimanenti a Nardi;
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Soria [“GBA” 1944] sottoscrisse il giudizio di Kehrer;
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Lafuente Ferrari, invece, sollevò perplessità [Breve historia de la pintura espanola, 1945];
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Infine, la documentazione rinvenuta grazie alla Caturla.
Le opere
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UCCISIONE DEL LEONE NEMEO, Madrid, Museo del Prado, 151 X 166, anno 1634.
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UCCISIONE DELL’IDRA DI LERNA, Madrid, Museo del Prado, 133 X 167, anno 1634. Soria ipotizzava ridipinture nel piede destro di Ercole.
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UCCISIONE DEL CINGHIALE ERIMANTEO, Madrid, Museo del Prado, 132 X 153, anno 1634. Soria vi rilevava interventi di aiuti nelle gambe e nel corpo.
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DEVIAZIONE DEL CORSO DEL FIUME ALFEO. Madrid, Museo del Prado, 133 X 153, anno 1634.
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CATTURA DEL TORO DI CRETA, Madrid, Museo del Prado, 133 X 152, anno 1634. Soria vi rilevava la stesura sommaria sul volto e sui piedi di Ercole, pur elogiando la purezza e la calma contemplativa della paesaggistica come nella migliore pittura di Corot.
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UCCISIONE DEL RE ERICE, Madrid, Museo del Prado, 136 X 167, anno 1634. In precedenza l’ucciso era identificato nel tiranno Gerione- Kehrer e, con esso, Guinard e Soria vi riconoscono il re pugile di Sicilia.
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SEPARAZIONE DEI MONTI CALPE E ABYLA, Madrid, Museo del Prado, 136 x 167, anno 1634.
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UCCISIONE DI ANTEO, Madrid, Museo del Prado, 136 X 153, anno 1634.
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CATTURA DI CERBERO, Madrid, Museo del Prado, 132 X 151, anno 1634.
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MORTE DI ERCOLE, Madrid, Museo del Prado, 136 X 167, anno 1634.
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LA DIFESA DI CADICE, Madrid, Museo del Prado, 302 x 323, anno 1634. Faceva parte, con il pendant perduto (n. 12) raffigurante l’espulsione del nemico olandese dall’isola di San Martino, della serie delle battaglie dell’armala spagnola, ove collaborarono pittori di grosso calibro (il capolavoro è certamente “La resa di Breda” realizzata da Velàzquez). Nel 1810 l’opera era nel palazzo Buenavista. Si pensa che il dipinto fosse stato donato a Napoleone Bonaparte. Nel 1814 ritornò dalla Francia.
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LIBERAZIONE DELL’ISOLA DI SAN MARTINO, anno 1634, andato perduto.