Il Polittico Roverella di Cosmè Tura
Sull’opera: “Polittico Roverella” è un complesso pittorico autografo (semidistrutto nel 1709 da una bomba) di Cosmè Tura, realizzato con tecnica a olio (la sola “Madonna col Bambino”) e tempera su tavola nel 1474 (i rimanenti sette). Gli elementi residui – sette più un frammento – si trovano sparsi per i vari musei del mondo.
Descrizione e storia
A proposito del presente polittico, Baruffaldi scriveva: “Era scompartito in campi, nel cui mezzo vedovasi assisa Maria Vergine col bambino Gesù sulle ginocchia in atto di dormire. Stavanle d’intorno dalle parti diversi angeli suonanti varii strumenti musicali, con due altri a piedi pur essi in atto di toccare un organuccio ivi piantato, nella cassa del quale organo, o sia base che lo sostiene, si leggevano questi versi che io ho trovato essere stati composti da Ludovico Bigo Pittorio poeta ferrarese come si legge nel suo Tumultuariorum Carminum Lib. 2: ‘Surge puer. Roverella fores jam pulsat, apertum / Redde aditum. pulsat, respice, tutus eris'”.
Si evidenzia dallo scritto del Baruffaldi che quel Lorenzo Roverella, prima medico di papa Giulio V e poi vescovo di Ferrara, fu il promotore della composizione “…. Sta egli ginocchioni in atto di battere colla mano non so qual cosa, e s’accorda benissimo con ciò che dicono i versi sopraddetti ‘Roverella fores jam pulsai”.
Vi sono ancora le intere figure dei santi Pietro e Paolo, Giorgio e Maurelio, ed un altro monaco ginocchioni, poi li santi Bernardo e Benedetto in altri comparti. Al di sotto nella base della tavola avvi alcune tavolette, dove stanno effigiati alcuni atti de’ medesimi santi Benedetto e Bernardo, ma in piccole figure.
Al di sopra poi del semicircolo del frontale si rende venerabile l’effigie di Maria Vergine con Gesù Cristo morto sulle ginocchia, compianto dolorosamente da san Giovanni Evangelista e dalle Marie. Il tutto era con tanta minutezza e studio lavorato, e sì pulitamente e con tal finezza, che ben vi si scorge la pazienza e la diligenza dell’artefice”.
Nel 1709 il complesso pittorico venne fortemente danneggiato da una bomba. Il Longhi idealmente lo ricostruì assegnando la presunta ubicazione alle tavole superstiti, come da schema sopra riportato: al centro, la “Madonna in trono col Bambino”; a sinistra, il frammento del San Giorgio; a destra, Niccolo Roverella con i santi Maurelio e Paolo; sopra, nella lunetta, è raffigurata la Pietà; nella predella – quarto, quinto e sesto tondo – tre storie dell’infanzia di Cristo.
Tranne la “Madonna col Bambino” (olio su tavola) i dipinti sono tutti realizzati con tecnica a tempera su tavola.