Filippo Lippi: Cristo in Pietà (Museo Horne, Firenze)
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Sull’opera: “Cristo in Pietà” è un dipinto di Filippo Lippi realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1435-40, misura 22 x 15 cm. ed è custodito nel Museo Horne, Firenze.
La composizione in esame intorno alla fine dell’Ottocento era attribuita al Masaccio. Fu Pietro Toesca, nel 1921, ad avanzare l’ipotesi che potesse trattarsi della mano di Filippo Lippi, in un’assegnazione inedita, ripresa quarant’anni dopo dal Gamba.
In seguito l’autografia dell’artista fu sostenuta da altri studiosi e in occasione delle mostre “Lorenzo il Magnifico e le Arti” (Collobi-Ragghianti, 1949) e “L’età di Masaccio” (Catalogo della mostra, Firenze, 1990).
Per quanto riguarda la cronologia dell’opera, il riferimento ad un ben definito periodo ha sempre suscitato ampi dibattiti: alcuni studiosi di storia dell’arte la inseriscono in una fase giovanile dell’artista, ancora influenzata dalla pittura masaccesca, altri ipotizzano gli anni 1435-1440.
L’iconografia di questa tavola è quella della pittura tradizionale, con il Cristo nell’atto di levarsi dal sepolcro con le braccia aperte verso il basso, mostrando i segni della Passione.
La strutturazione del corpo, alquanto naturalistica, evidenzia il vigore espressivo dell’artista, così come pure la variazione cromatica – soprattutto quella dei chiaroscuri – che ne foggia muscolatura, nonché gli effetti di spazialità che ne aumentano la profondità.
Lo sfondo è a tinta scura, con una croce dietro la figura del Cristo.