Il Tiepolo: Affreschi dell’Arcivescovado di Udine
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Sull’opera: “Affreschi dell’Arcivescovado di Udine” è un complesso di dipinti autografi di Giambattista Tiepolo, realizzati nel 1726-28 negli interni del palazzo Dolfin, l’odierno Arcivescovado di Udine.
Descrizione e storia
Del meraviglioso ciclo pittorico che l’artista realizzò nelle pareti del già palazzo Dolfin (attualmente Arcivescovado) su commissione di Dionisio Delfino, patriarca di Aquileia, non esistono documentazioni atte ad indicarne l’esatta cronologia.
Si sa però con certezza (documentazioni) che l’architettura dello scalone fu portata a termine nel periodo a cavallo degli anni 1726-26 e che nel ’26 il Tiepolo era occupato nella decorazione della cattedrale di Udine.
Possiamo quindi pensare verosimilmente che in tale anno ebbe inizio la decorazione del palazzo, esattamente dallo scalone d’onore, con la raffigurazione della “Caduta degli angeli ribelli” al centro del soffitto, adornato di vari stucchi e di otto pitture monocrome tratte dalle “Storie della Genesi” (tutti di 100 x 27O cm.), contenuti in cornici mistilinee.
Nella galleria, ubicata al secondo piano, possiamo ammirare gli ornamenti delle pareti da sinistra verso destra raffiguranti l’ “Apparizione dell’angelo a Sara” (dimensioni circa 200 x 400cm.), “Rachele che nasconde gli idoli (400 x 500 cm. circa) e l‘ “Apparizione degli angeli ad Abramo” (200 x 400 cm. circa).
Ad entrambi i lati della rappresentazione centrale possiamo ammirare due grisailles, tendenti al viola ed all’ocra gialla su un fondo aureo, con la “Lotta di Giacobbe con Vangelo” e l’ “Incontro di Esaù e Giacobbe”.
A completare l’ornamento della parete le statue simulate delle profetesse Maria e Debora in tonalità monocroma tendente al verdastro. Troviamo simili finte statue di profetesse anche nella decorazione della parete di fronte, ai lati delle finestre. Qui vengono raffigurate Anna (madre di Samuele), Elisabetta, Anna (la profetessa che partecipò alla presentazione di Gesù) e Holda. Nel soffitto sono raffigurati – dentro medaglioni – il “Sogno di Gacobbe” e “Agar nel deserto” ai cui lati appare il “Sacrificio di Isacco” (dimensioni cm. 400 x 500).
L’impianto architettonico illusionistico entro il quale sono inseriti gli affreschi del Tiepolo è del pittore di quadrature Gerolamo Mengozzi, conosciuto come il Colonna.
Situata sullo stesso piano possiamo visitare la “Sala rossa” il cui soffitto, al centro, reca una grande decorazione che raffigura il “Giudizio di Salomone” entro una cornice mistilinea (dimensioni di 350 x 650). Quattro medaglioni ubicati agli angoli (naturalmente a forma irregolare e tutti di 200 x 250 cm.) raffigurano al loro interno quattro Profeti.
Il meraviglioso complesso, apprezzato dal Canaletto nel 1732, non venne accolto con entusiasmo dagli studiosi dell’Ottocento, soprattutto da quelli classicheggianti. Soltanto nel secolo scorso, ad iniziare dal Morassi, si riconobbe il grande pregio di questi affreschi, taluni dei quali – forse troppi – non erano ancora stati attribuiti al grande frescante.
Nonostante che gli episodi, tutti tratti dalla bibbia – siano evocati con un senso fantasioso del soprannaturale, i personaggi non risultano affatto vaghi e di maniera ma caratterizzati da forte umanità (alcuni sono da considerarsi dei veri e propri ritratti, tanto che il Morassi (1955) si spinse nel considerare una figura di Giacobbe – quella accanto a Labano – come l’autoritratto del Tiepolo.