La stanza del cane di Veronese
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Descrizione e storia
Sull’opera: “Dipinti della stanza del cane” sono affreschi di Paolo Caliari detto il Veronese, realizzati con aiuti nel 1561, appartenenti al ciclo degli “affreschi di villa Barbaro a Maser” e misurano 6,70 x 3,70 m.
Ubicazione e struttura
La “Stanza del cane” è conosciuta anche come la “Stanza della Sacra Famiglia con Santa Caterina e San Giovannino”. Si trova – insieme alla “Stanza della Madonna della pappa” – adiacente alla “Sala dell’Olimpo”, a sinistra di essa, guardando verso nord.
Come l’altra “Stanza”, sita a destra, è un locale di piccole dimensioni e non bene illuminato, avendo come unica fonte di luce naturale una sola finestra, per giunta esposta a nord. La Medea (1960) ipotizzò che i due locali fossero in origine adibiti a camere da letto, presentandosi soltanto con le due sole tematiche religiose in tutto il ciclo di affreschi.
La struttura delle composizioni è simile in entrambe le stanze, con il soffitto voltato a botte che qui ospita al centro, con cornice a grottesche, un’allegoria dell’Abbondanza in atto di proteggere la cornucopia che la Fortezza le sta portando via. Più giù l’Invidia sta osservando la scena.
Le raffigurazioni
A completare la composizione della volta, due medaglioni raffiguranti amorini alati che si stagliano in un cielo aperto. Sui lati dei cornicioni delimitanti la volta appaiono quattro figure. Due si queste in coincidenza della parete destra, con raffigurato un vecchio che si fa incoronare da una donna nuda, identificate in vari modi. Vengono conosciute come il “Potere insidiato dalla voluttà” (Medea, 1960), il “Merito incoronato dalla Verità”, il “Neghittoso premiato dalla Fortuna” (Ivanoff, 1951). Il lato frontale ha come tema il Tempo e la Storia. Sotto le raffigurazioni allegoriche stanno le porte (reali), con timpani decorati dove appaiono – in coppia – due satiri e due figure umane alla stregua di statue.
La Sacra famiglia e altre raffigurazioni
La parete sita frontalmente all’entrata è orientata a sud ed ha una simulazione di luci ed ombre che la fanno apparire concava. Nella lunetta, in mezzo ad una conchiglia, è raffigurata la Sacra Famiglia con Santa Caterina e San Giovannino, questi ultimi voluti dalla famiglia Barbaro perché loro protettori. Sotto, quattro colonne ioniche disposte due a due, i cui interspazi racchiudono una statua simulata che poggia su di una finta mensola, fiancheggiano una veduta paesaggistica marina.
Sul finto basamento in marmo è dipinto, con eccezionale nettezza cromatica, un amabile cagnolino (nella foto della presente pagina), che, secondo il Pallucchini (1960), sarebbe stato realizzato con decise pennellate sulla parete già dipinta ed in fase di essiccamento, tanto che lascia trasparire il cromatismo delle finte architetture, già consolidate in precedenza. Sulla parete posta a nord, verso il ninfeo, è raffigurato un gatto, mentre sulle pareti laterali, in corrispondenza delle porte, appaiono quattro vedute paesaggistiche con funzioni illusionistiche e basamento in marmo simulato. Il timpano, spezzato, racchiude una conchiglia contenente un busto simulante una scultura.
Nella parete nord sono raffigurate quattro colonne ioniche, disposte due a due, affiancanti una finestra (vera), come nella parete frontale, con statue allegoriche simulate. Nelle vedute paesistiche di questo locale, come in quelle della stanza contigua, la mano del Veronese è evidente quasi ovunque, anche se da documentazioni certe sappiamo che gran parte dell’incarico fu distribuito fra i vari collaboratori. La parte centrale dell’affresco sul soffitto, secondo l’Arslan (1948) è attribuibile in prevalenza al fratello Benedetto.
utile e bellissimo, bravi e creativi