Sala dell’olimpo di Veronese
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Descrizione e storia
Sull’opera: “Dipinti nella Sala dell’olimpo” sono affreschi di Paolo Caliari detto il Veronese, realizzati con aiuti nel 1561, appartenenti al ciclo degli “affreschi di villa Barbaro a Maser” e misurano 6,65 x 6,05 m.
Quella “dell’Olimpo” o “della Provvidenza” è la stanza più importante della villa. Essa è ubicata nel punto di congiunzione della zona iniziale con le ali che corrono in senso longitudinale.
La volta è del tipo a “botte” ed è concepita come un’intelaiatura architettonica a cielo aperto, con colonne corinzie e un ballatoio a finta balaustra che poggia su un cornicione.
Zona centrale
Nella zona centrale del soffitto appare un cassettone ottagonale. Questo raffigura la “Sapienza Divina” (o l’immortalità), attorniata dalle più importanti divinità dell’Olimpo, a cui corrispondono – sotto di ognuna di esse – i relativi segni zodiacali, in morbida monocromia. Tali divinità sono così ordinate: Giove, Marte, Apollo, Venere, Mercurio, Diana e Saturno. Disposti agli angoli stanno quattro pentagoni irregolari che contengono le incarnazioni mitologiche degli Elementi, di cui l’aria con Giunone, il fuoco con Vulcano, la terra con Cibele, l’acqua con Nettuno. A questi si alternano, altri scomparti con simulazioni di cammei, rappresentanti le leggi che disciplinano la vita terrena: l’Amore, la Fecondità, l’Abbondanza, la Fortuna.
Parte alta delle pareti
Nella parte più alta delle due pareti, sulle quali viene impostata la volta, sono raffigurati due finti loggiati sostenuti da quattro finte colonne tortili, due per parte. In quella a destra, (parete nord), viene rappresentato un vasto balcone con finestre laterali, una donna (la proprietaria della casa) che s’affaccia alla balaustra, un bambino, la vecchia nutrice, un pappagallo ed un cagnolino. Nella parete di fronte sono dipinti due ragazzi, identificati in Francesco e Almorò Barbaro. Questi ultimi, appartenenti alla famiglia committente e proprietaria della villa, uno è intento alla lettura mentre l’altro trattiene il cane per impedirgli di raggiungere una scimmia che corre sulla balaustra.
Sommità delle pareti
Alla sommità delle pareti più piccole, nelle lunette, sono raffigurate le allegorie delle quattro stagioni. Primavera e Inverno, si trovano in quella sovrastante l’arco d’entrata nella crociera. Estate e Autunno, dette anche “Cerere e Bacco”, sono raffigurate in quella sovrastante la parete esposta nord. Nella parte bassa delle pareti, la spazialità viene ritmata da colonne corinzie che racchiudono, in coincidenza dei lati maggiori, quattro paesaggi. Questi ultimi, due per parte, sono raffigurati sopra basamenti simulati in marmo, con ampie vedute di rovine classicheggianti, acque fluviali e vasti cieli. Nella parte centrale dei paesaggi stanno le porte che introducono alle stanze adiacenti.
Nei timpani, decorati in morbida monocromia, appaiono coppie di figure ispirate alla scultura michelangiolesca. Sulle fiancate dell’arco, verso la crociera, spiccano due figure allegoriche alla stregua di statue bronzee dorate, entro nicchie simulate che rappresentano la “Pace” e la “Discordia”.
Considerazioni finali e autografia
Gli studiosi di tutti i tempi considerano all’unanimità gli affreschi in esame come quelli di più alta qualità artistica nell’intero ciclo di Maser. L’autografia del Veronese è certa nelle quattro rappresentazioni paesaggistiche. La gran parte delle altre raffigurazioni l’artista le realizzò in collaborazione con diversi aiuti.