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La Cappella del Presepio di Pinturicchio (Pintoricchio)

Pinturicchio: Cappella del Presepio, basilica di Santa Maria del Popolo (navata destra), Roma.

Pinturicchio: Cappella del Presepio, basilica di Santa Maria del Popolo (navata destra), Roma.

 Pinturicchio: La Cappella del Presepio

Pinturicchio: Cappella del Presepio
Cappella del Presepio

Sull’opera: La Cappella del Presepio, dedicata alla Beata Vergine, si trova nella basilica di Santa Maria del Popolo (navata destra) a Roma. Trattasi della prima cappella che si incontra a partire dalla contro-facciata. 

Descrizione e storia

Dopo l’avvio dei lavori per la completa ricostruzione della basilica di Santa Maria del Popolo (1471 – 1484), ordinati da Papa Sisto IV, il cardinale Domenico Della Rovere fece erigere la cappella.

Le architetture di questa cappella, come quella di Basso Della Rovere, hanno un’evidente ascendenza lombarda, e vengono assegnate ad Andrea Bregno (Osteno, 1418 circa – Roma, settembre 1503).

Il ciclo di affreschi qui rappresentato è del Pinturicchio e degli assistenti di bottega che vi lavorarono dal 1488 al 1490 (da studi più recenti fatti intorno al 1995 da parte di Strinati tale datazione risulterebbe però intorno al 1482), in contemporanea con la decorazione degli interni nel palazzo dei Penitenzieri appartenente allo stesso cardinale [Acidini, cit., pag. 182].

La cappella si presenta a pianta esagonale e con una volta suddivisa da costoloni in sei settori.

Gli spazi architettonici sono ripartiti in una membratura simulata di paraste dipinte con grottesche su basamento monocromatico. La parete corrispondente all’altare mostra l’Adorazione del Bambino, mentre le due ad essa contigue hanno finestre centinate sui cui sguanci appaiono altre grottesche.

Nella cappella ci sono anche i monumenti funebri del cardinale Giovanni de Castro (nato ? – 1506), Cristoforo Della Rovere (Vinovo, 1434 – Roma, 1478) e Domenico Della Rovere (Vinovo, 1442 – Roma 1501) [Acidini, cit., pag. 183].

Nella ricchissima varietà di figure che compongono le grottesche si incontrano cigni, mascheroni, conchiglie, strumenti musicali, dromedari, ecc., da cui traspare una disinvolta fluidità d’esecuzione che ricorda a la pittura compendiaria della Roma imperiale.

Proprio per l’evidente sveltezza esecutiva esse sono state assegnate al maestro, che vi praticò una delle più riuscite sperimentazioni del genere in senso assoluto [Acidini Luchinat, 1982 ].

Le raffigurazioni

La decorazione della volta.

San Girolamo e il leone.

Adorazione del bambino.

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