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“Altare di Isenheim – San Sebastiano e Sant’Antonio abate” di Matthias Grünewald

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim – San Sebastiano e Sant’Antonio abate

Matthias Grünewald: Altare di Isenheim - San Sebastiano e Sant'Antonio Abate.
Matthias Grünewald: San Sebastiano (cm. 232 x 76,5) e Sant’Antonio abate (cm. 232 x 75).

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Sull’opera: “San Sebastiano e Sant’Antonio abate” sono due dipinti autografi di Matthias Grünewald facenti parte della prima faccia dell’altare di Isenheim, realizzati con tecnica a olio su tavola tra il 1512 ed il 1516. Misurano 232 x 76,5 cm. (San Sebastiano) e 232 x 75 cm. (Sant’Antonio abate). L’intero complesso è custodito nel Musée d’Unterlinden a Colmar. 

Nonostante l’ubicazione dei due riquadri sull’altare (si trovano nella prima faccia su ante fisse e, quindi, più esposte agli agenti atmosferici ed ai fumi attraverso i vari secoli) la stesura pittorica risulta in un ottimo stato di conservazione.

Il S. Sebastiano:

La figura si presenta con vari pentimenti nei tratti del volto (guancia sinistra) e del nel collo.

Attualmente si trova ubicato sinistra della “Crocifissione” ma fino secolo scorso, nella ricostruzione del museo, era nel lato destro, mentre al lato opposto – ovviamente – era il Sant’Antonio.

Il cambio di posto dei due riquadri fu attuato intorno alla metà del Novecento su un’indicazione di Sarwey che si basa sull’interpretazione di Lerse, nella cui descrizione, segnalerebbe sinistra e destra non in relazione al fruitore dell’opera (ovvero ai riquadri). Ma in senso araldico: perciò il san Sebastiano indicato a destra deve stare sulla sinistra (si può altresì dire che il santo si trova alla destra di Cristo, inteso non come riquadro ma come persona) e viceversa il sant’Antonio.

Il Sant’Antonio:

Schmid ha evidenziato diversi pentimenti: il braccio destro era più lungo, il dito mignolo della mano destra più esile, come pure più sottile la parte inferiore del bastone tenuto dal santo .

Quello del “S. Antonio” è l’unico riquadro dell’altare citato da Sandrart, che volle comunque appuntarlo anche se giuntogli in base ad una sfuggente notizia. Inoltre lo studioso cita Eisenach invece che Isenheim.

 

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