Filippino Lippi: Disputa di Simon Mago e crocifissione di san Pietro
Sull’opera: “Disputa di Simon Mago e crocifissione di san Pietro” è un affresco di Filippino Lippi realizzato intorno al 1481-82, misura 230 x 598 cm. ed è custodito nella Cappella Brancacci, chiesa di Santa Maria del Carmine, Firenze.
Gli affreschi della Cappella Brancacci non furono portati a compimento dal Masaccio probabilmente per la sua partenza per Roma, nel 1427, dove vi morì l’anno successivo. A questo c’è da aggiungere il fatto che nel 1436 il committente Felice Brancacci, per volontà di Cosimo de’ Medici, andava in esilio, per cui vi fu l’impossibilità di chiamare altri artisti per completare la grande opera, anzi è alquanto verosimile che alcune figure già dipinte da Masaccio fossero state rimosse, poiché contenenti ritratti dei Brancacci.
Infatti le “damnatio memoriae”, che portarono alla distruzione di tutto ciò che faceva riferimento al potente mercante fiorentino ed alla sua famiglia, vennero introdotte nel 1458 dallo stesso Cosimo de’ Medici, che ne riaffermò l’allontanamento.
Soltanto dal 1480 con la riammissione dei Brancacci a Firenze si potette portare a compimento tutti gli affreschi, assegnando l’importante incarico al pittore che tutto sommato risultava più vicino allo stile del Masaccio: Filippino Lippi, figlio del primo allievo del grande innovatore della pittura fiorentina nonché padre del Rinascimento.
La grande rappresentazione della Disputa e della Crocifissione si trova nel registro inferiore della parete destra. Le due scene si svolgono fuori dalle mura di Roma (identificabile dalle costruzioni che si intravedono oltre la merlatura e dalla piramide di Caio Cestio sulle Mura aureliane) con disputa tra Simon Mago, San Pietro e San Paolo al cospetto di Nerone).
Tale disputa nacque dal fatto che Pietro volle sfidare il mago ad indovinare ciò che lui pensasse alla presenza dell’imperatore. Simone venne sconfitto da Pietro e ciò è testimoniato dal chiaro gesto di condanna di Nerone con l’idolo pagano abbattuto ai suoi piedi.
A sinistra si svolge l’episodio del martirio del santo, che non volendo essere crocifisso come il Cristo, chiese ai carnefici di venire appeso a testa in giù. Dalla sua figura si evidenzia come la straordinaria maestria nella resa anatomica di Filippino fosse ormai già consolidata all’epoca di Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Firenze, 1492).
Nelle figure sono stati identificati personaggi dell’epoca: Il giovane col berretto situato all’estrema destra è lo stesso artista; l’anziano col berretto rosso, al centro del gruppo della Disputa, è Antonio del Pollaiolo. Il ragazzo appartenente al gruppo della raffigurazione a sinistra, che sta sotto l’arco con il volto ripreso a tre quarti, è Sandro Botticelli, il celebre maestro del Lippi.