Sede dell’opera
Sull’opera: “Madonna col Bambino” è un dipinto di Fra’ Bartolomeo realizzato con tecnica ad olio su tavola (attualmente, trasportato su tela), misura 87 x 68 cm. ed è custodito nella Geoffry F. Hammond a Stamford (Conn.). (notizia del 1978-80)
Restauri
Restauro: 1004, Diane Dwyer e Mario Medesimi.
Spostamenti
Spostamenti: Collezione Salamanca (Ottocento); proprietà Otto D. Dropp (prima del 1885), Avana, Cuba; proprietà Edmond Huybrechts (dal 1885 al 1902), Anversa; Galerie Sedelmeyer (dal 1902 al 1905), Parigi; vendita Palais Galliera (05/12/1961), lot. A, Parigi; vendita Hotel Drouot (1962), Parigi; Sotheby’s, (08/12/1963), lot. 53, Londra.
Le pubblicazioni
Trattati, cataloghi e pubblicazioni: Serena Padovani in “L’età di Savonarola – Fra’ Bartolomeo e la Scuola di San Marco” pag. 63, Marsilio Editori, 1996 (fonte delle presenti informazioni).
Storia del dipinto
Come opera di “Scuola italiana”
Tradizionalmente il dipinto proviene dalla collezione Salamanca e viene citato per la prima volta, come proprietà di Otto D. Droop, a l’Avana. Droop nel 1885 lo vendette ad Edmond Huybrechts. Già alla vendita di quest’ultimo – da documentazioni certe si ricava che venne effettuata ad Anversa, tra il 12 ed il 15 maggio 1902, lotto 155 come opera di “Scuola italiana” – si sapeva che la stesura pittorica della composizione era da tempo stata trasferita su tela.
Come opera di Albertinelli
Più tardi, nel 1905, si trovava a Parigi presso la Galerie Sedelmeyer, dalla quale pervenne a diversi anonimi amatori (fonti: registro relativo alla vendita Palais Galliera, Parigi, del 5 dicembre 1961, lot. A, venduto con attribuzione all’Albertinelli; vendita Hotel Drouot, Parigi, 1962, secondo Realités, CXLV, dicembre 1962, p. 23; Sotheby’s, Londra, 8 dicembre 1993, lot. 53 come autografo di Albertinelli).
Geoffry F. Hammond, il suo ultimo proprietario, acquistò la composizione presso la Sotheby’s.
Ancora come opera di Albertinelli
Sedelmeyer, nel 1905 (p. 58, n. 55) pubblicò il dipinto confermando l’assegnazione allo stretto collega del frate. A distanza di venti anni (1925) anche il Venturi, dopo alcune ricerche – apparentemente più indipendenti che integrative a quelle già esistenti – lo attribuì a Mariotto. Inoltre lo studioso vi evidenziò uno stile assai prossimo a quello di Piero di Cosimo e, riscontrandovi la “grave e mistica dolcezza”, presentò il possibile autore come “un Memling italiano” In tal maniera egli collegò l’opera in esame a due artisti che assai influirono sulla formazione del giovane Baccio della Porta.
Anche Borgo (1976), riscontrando che parte del panneggio della Madonna, relativo al mantello che poggia su tutte e due le spalle, era simile quello dell’apostolo della zona all’estrema destra del “Giudizio finale” (opera di Fra’ Bartolomeo e dell’Albertinelli), l’attribuì a Mariotto.
L’attribuzione a Fra’ Bartolomeo
Ritornando ai sopra citati studiosi, Sedelmeyer, Venturi e Borgo, possiamo notare che tutti e tre inserirono la composizione nell’ambito del giovane Baccio. Trattasi certamente di un suo lavoro giovanile, realizzato intorno alla fine del Cinquecento in contiguità esecutiva con la “Sacra Famiglia” (pagina precedente) di Los Angeles. In entrambi i dipinti il Bambino, seppur simmetricamente, è seduto con la stessa posa e gli stessi atteggiamenti, con il ginocchio sollevato, ma mentre nella Sacra Famiglia alza il braccio destro in atto benedicente, nel presente dipinto alza quello sinistro ed ha in mano una piccola parte della melagrana avuta dalla Madonna.
Attualmente gli studiosi della Storia dell’arte propendono per l’attribuzione a Fra’ Bartolomeo.