Filippo Lippi: Cristo in pietà (Verona)
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Sull’opera: “Cristo in pietà” è un dipinto di Filippo Lippi realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1432-37, misura 21 x 35 cm. ed è custodito nel Museo di Castelvecchio a Verona.
In origine la presente composizione faceva parte, come formella centrale, di una piccola predella. L’autografia, che in precedenza era riferita a Jacopo Bellini (padre del Giambellino: Venezia, 1396? – 1470?), fu assegnata per la prima volta a Filippo Lippi (1956) da Carlo Volpe.
La cronologia della piccola tavola ottogonale viene generalmente riferita dagli studiosi di storia dell’arte al periodo del soggiorno a Padova dell’artista (1432-1437). Il “Cristo in pietà” è una delle pochissime testimonianze del periodo padovano di Filippo Lippi a noi pervenuteci.
L’iconografia della composizione segue quella tradizionale, con la figura del Cristo che mostra i segni della Passione e che si leva dal sepolcro con le braccia aperte verso il basso.
Anche la struttura compositiva non si scosta da quella della pittura coeva.
Le notazioni del corpo, alquanto naturalistiche, rivelano la forza espressiva del maestro, così come anche il cromatismo dei chiaroscuri che ne foggiano la struttura muscolare, nonché gli effetti di spazialità che conferiscono una maggiore profondità della scena.
Lo sfondo, costituito da rocce e sporadica vegetazione con alberelli, è un paesaggio montano.