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La Cappella Bufalini di Pinturicchio (Pintoricchio)

Pinturicchio: La Cappella Bufalini nell'Ara Coeli

Pinturicchio: La Cappella Bufalini nell'Ara Coeli

Pinturicchio: La Cappella Bufalini

Pinturicchio (Pintoricchio): Cappella Bufalini
La Cappella Bufalini nell’Ara Coeli

Sull’opera: La Cappella Bufalini si trova nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli (navata di destra) a Roma. Trattasi della prima cappella che si incontra provenendo dall’entrata della chiesa. È famosa perché vi è conservato un ciclo di affreschi del Pinturicchio con le Storie di san Bernardino da Siena. L’opera appartiene al periodo 1484-1486 circa. 

Descrizione

La prima grande esperienza dell’artista fu la decorazione a fresco nella “Cappella Bufalini”. Qui vengono raffigurate le Storie di san Bernardino.

Gli affreschi vengono generalmente collocati intorno al 1484-1486. Infatti a nella piazza di Roma, in quel preciso periodo, con la carenza di grandi esponenti della pittura, si ricercavano validi aiuti esterni per l’esecuzione di opere di una certa rilevanza.

Questo stato di cose favorì di fatto l’ascesa di nuovi pittori. Tuttavia occorre ricordare che Pinturicchio fu chiamato per il ciclo nella chiesa dell’Aracoeli dal committente Riccomanno Bufalini (conosciuto anche come Niccolò Manno), avvocato concistoriale a Roma e di origine umbra (Città di Castello). Questi, che da molto tempo conosceva le doti dell’artista, aveva già stabilito con lui un forte rapporto di fiducia, tanto che verso il 1480 si fece fare una Madonna (“Madonna Bufalini”, attualmente custodita nella Pinacoteca comunale di Città di Castello) [Acidini, cit., pag. 175].

Il ciclo pittorico, dedicato alla vita di San Bernardino da Siena, si presenta su tre pareti e sulla volta della cappella. In quel periodo, infatti, era in atto una forte azione di promozione devozionale del santo sostenuta dall’ordine Francescano. Probabilmente il tema fu scelto per tale motivo.

Le strutture compositive richiamano quelle usate dall’artista negli affreschi della Cappella Sistina ma risultano più vivaci nel cromatismo e meno sottoposti alle regole della simmetria, come ad esempio nel riquadro dei “Funerali di San Bernardino” dove l’edificio a sinistra, le cui linee di fuga corrono verso l’orizzonte, non viene compensato dalle altre due costruzioni raffigurate sullo sfondo a destra, variando e quindi arricchendo lo scenario.

Tuttavia, in questa rappresentazione, sono evidenti le influenze di Pietro Perugino, come il marcato rispetto della prospettiva di stampo urbinate-perugina e la ricchezza nella varietà degli atteggiamenti nelle figure, ispirata anche ai pittori fiorentini come Ghirlandaio e Benozzo Gozzoli. Inoltre l’intensa caratterizzazione dei pellegrini e mendicanti richiama la pittura fiamminga del contemporaneo periodo [Acidini, cit., pag. 177].

Non sono pervenuti ai nostri giorni le varie documentazioni relative all’esecuzione degli affreschi. Tuttavia si pensa che la cronologia sia da riferire agli anni 1484-1486 circa [Acidini, cit., pag. 175].

Nel corso dei secoli le stesure pittoriche subirono vari danni e improprie ridipinture, soprattutto nella decorazione della volta, a cui cercarono di porre rimedio i restauri del 1955-1956 e quelli del 1981-1982 [Acidini, cit., pag. 176].

Gli affreschi

La Cappella Bufalini nell’Ara Coeli.

San Giovanni Evangelista.

Gloria di San Bernardino.

Funerali di san Bernardino.

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