Paolo Uccello: Storie di Noè – Sacrificio e Ebbrezza
Sull’opera: Il “Sacrificio e ebbrezza di Noè” appartiene al ciclo delle “Storie di Noè” di Paolo Uccello, eseguito con tecnica a fresco (e quindi rifinito a tempera) intorno al 1446-48, misura cm. 277 x 540 ed è custodito nel Chiostro Verde di Santa Maria Novella a Firenze. Attualmente si trova su tela.
Attualmente l’affresco in esame si trova su tela. Il presente dipinto, insieme al “Diluvio” e “Recessione delle acque”, è attribuito unanimemente a Paolo Uccello fin dalle antiche fonti.
L’opera si trovava nel registro inferiore della campata. Lo stato di conservazione non è buono come l’altra raffigurazione, e la zona in basso è completamente distrutta.
L’opera fu descritta dal Vasari (si veda la pagina dedicata al “Diluvio e Recessione delle acque).
L’intera composizione si può in parte ricostruire con riferimenti a stampe antiche, tipo quella raffigurante il “Sacrificio di Noè” della “Histoire de l’Art” del Seroux d’Agincourt edita nel 1826 e quella, molto meno autorevole, della “‘Ebbrezza di Noè” del Calendi, pubblicata sulla “Etruria pittrice”, ed. 1791.
Al momento della rimozione del dipinto dal supporto originario per il trasferimento su tela apparvero importanti differenze tra la raffigurazione esterna e la perduta sinopia: nella “Ebbrezza di Noè” la presupposta figura di Sem, situata al centro, non era ripresa frontalmente ma di profilo verso sinistra.
Il Parronchi ipotizza, facendo riferimento teoremi 42, 43 e 49 del quarto volume della “Perspectiva” di Vitellione (Polonia 1230/35 – 1275 ca), che la figura da sempre considerata quella dell’Eterno non sia effettivamente l’Eterno, a cui corrisponderebbe invece l’immagine del riflesso della figura capovolta dentro la concavità irraggiata dall’arcobaleno, dello stesso Noè.