Madonna Trivulzio di Filippo Lippi

Filippo Lippi: Madonna Trivulzio

Filippo Lippi: Madonna Trivulzio
Filippo Lippi: Madonna Trivulzio, anno di esecuzione 1430 circa, cm. 62 x 167,5, tecnica a tempera su tavola, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.

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Sull’opera: La “Madonna Trivulzio” è un dipinto di Filippo Lippi realizzato con tecnica a tempera su tavola (attualmente trasferito su tela) intorno al 1429-32, misura 62 x 167,5 cm. ed è custodito nella Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano. Viene considerato uno fra i capolavori di transizione in ambiente fiorentino di quel periodo. 

La composizione in esame, secondo gli studiosi di storia dell’arte, appartiene alla serie dei primi lavori noti dell’artista, realizzata quando egli, già frate da diversi anni, era poco più che ventenne ed intensamente influenzato dalla pittura masaccesca.

Fu realizzata per la chiesa del Carmine a Firenze su committenza della confraternita di Sant’Alberto, una struttura dedita alla tutela del fanciullo.

L’inconsueta forma della pala ci indica che fosse stata eseguita per sostituire un dossale (un drappo d’altare o altro elemento ornamentale di pareti) duecentesco. Si pensa che sia la prima Madonna quattrocentesca ad essere stata realizzata su un fondo blu dove non compare la minima traccia d’oro.

Dopo le soppressioni degli enti secolari (1867) il dipinto pervenne alla collezione privata dei Rinuccini, un’agiata famiglia fiorentina, e da qui, per via ereditaria ai Trivulzio, da cui proviene il titolo.

Nel 1935 l’intera la collezione del principe milanese Luigi Alberico Trivulzio (1868-1938) fu oggetto di una delle più significative transazioni di compravendita d’opere d’arte in Italia.

Contesa fra la città natale del blasonato e Torino, pervenne poi al capoluogo lombardo, tranne alcuni pezzi tra i quali ricordiamo un ritratto virile di Antonello da Messina, oggi custodito nella Galleria Sabauda.

In questa composizione appare una Madonna dell’Umiltà (si noti l’assenza del trono o di qualsiasi altro supporto), attorniata, ad esedra, da sei angeli privi di aureola e di ali, ove compaiono anche tre santi carmelitani.

A sinistra viene identificata Angela di Boemia mentre a destra Angelo di Licata e Alberto di Sicilia, raffigurati in tenera età (il primo con il coltello sulla testa, l’altro con il giglio sulla spalla).

Esclusa la Vergine col Bambino, tutti i personaggi sono genuflessi con addosso ampie vesti che li ricoprono fino ai piedi.

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