Trittico di Danzica – Il Giudizio Universale di Hans Memling

Hans Memling: Trittico di Danzica – Il Giudizio Universale

Hans Memling: Trittico di Danzica - Il Giudizio Universale
Hans Memling: Il Giudizio Universale cm. 221 x 160,5, Pomorskie Muzeum, Danzica.

Sull’opera: “Il Giudizio Universale” è un dipinto autografo di Hans Memling, appartenente al Trittico di Danzica, realizzato con tecnica a olio su tavola tra il 1466 ed il 1473, misura 221 x 160,5 cm. ed è custodito nel Pomorskie Muzeum a Danzica.

Il dipinto corrisponde al pannello centrale del Trittico, visibile ad ante aperte.

Per la storia esterna dell’intera opera, abbastanza travagliata e interessante, si veda la pagina precedente.

In alto, seduto su un arcobaleno, appare il Cristo Giudice circondato dai dodici apostoli con la Vergine e Giovanni Battista (ai lati estremi dell’arcobaleno). Sopra le due schiere di apostoli stanno quattro angeli (due a sinistra e due a destra) con gli strumenti della Passione.

La figura del Cristo è stata ripresa pari pari da un dipinto di Rogier van der Weyden (Tournai, 1399 circa – Bruxelles, 1464). II Memling l’ha tratta (con i vari particolari) da quella del Polittico di Beaune; anche le figure della Madonna e del Battista sono in buona parte riprese da quell’opera.

La figura nuda, inginocchiata sul piatto della bilancia tenuta da san Michele, viene identificata in Tommaso Portinari (si veda la pagina precedente), che Memling ritrasse più volte. Strano però appare il fatto che il volto di Tommaso fosse stato configurato soltanto ad opera finita, ove l’artista ricoprì – a tal uopo – la testa realizzata in precedenza con uno strato di asfaltina ed uno di bianco di piombo.

Se non si tratta di un pentimento intrinseco di Memling possono essere prese in considerazione due versioni che spiegano il perché di questo cambiamento.

La prima si riferisce al fatto che il Portinari fosse il superiore del Trani in una filiale de’ Medici (si pensa perciò ad un atto adulatorio da parte del Tani nei riguardi del suo diretto principale.

La seconda, valida quanto la prima,  riguarda il fatto che Tommaso Portinari avesse attivamente partecipato alle spese dell’opera, o che addirittura avesse egli stesso acquistato l’intero complesso pittorico.

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