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Biografia e pittura di Vincenzo Foppa

Biografia e pittura di Vincenzo Foppa (Bagnolo Mella, 1427? – 1515?)

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Madonna del Libro, 1460-1468, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.
Madonna del Libro, 1460-1468, Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano.

Nei primi lavori del Foppa si evidenzia una propensione alla forma, scolpita con con il vigore dell’altorilievo, che andò attenuandosi gradatamente sotto l’azione di nuovi influssi. Due capolavori di questo periodo sono le Madonne (Madonna del Libro e la Madonna col Bambino custodite entrambe nella Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano).

Impiegando l’oro dei minatori tardogotici in maniera innovativa, Foppa riuscì a costruire con perizia tecnica e raffinatezza i raggi luminosi che levigano e rendono nette le forme, in un equilibrato trapasso di chiaroscuro e di piani.

Il ricco cromatismo dorato e lo smilzo modellato induce a riferire allo stesso periodo anche i due Santi Teodoro ed Agostino (Museo del Castello), i due Santi Battista e Domenico (collezione privata a Bergamo) e il San Cristoforo (Art Museum a Denver).

Nel 1461 il pittore soggiornò a Genova per la decorazione della cappella dei priori di San Giovanni nella Cattedrale e per la realizzazione di un polittico in San Domenico (opere andate perdute).

La Madonna col Bambino, eseguita nel 1463 per la chiesa del Carmine di Pavia, evidenzia, attraverso l’esempio di Donato de Bardi (attivo nel capoluogo ligure tra 1426 e il 1450), un più stretto contatto con lo stile dei pittori nordici.

Nello stesso anno il Foppa si trovava a Milano, ove Francesco Sforza (1401 – 1466) gli commissionò la decorazione del portico dell’Ospedale Maggiore (opera è andata perduta) per celebrare la posa della prima pietra, avvenuta il 12 aprile 1457.

Da documentazioni certe (una ricevuta di pagamento per aver dipinto profetis […] et certis altris figuris nel chiostro grande …), nel 1465, si ricava che l’artista lavorava nel cantiere della Certosa di Pavia.

Vincenzo Foppa: Miracolo di Narni – Affreschi della Cappella Portinari, 1464-1468, basilica di Sant’Eustorgio, Milano.

Di alto significato pittorico è la decorazione della Cappella Portinari, realizzata tra il 1464 e il 1468 nella basilica di Sant’Eustorgio, dove il Foppa dipinse otto santi negli oculi alla base della cupola, quattro tondi con Dottori della Chiesa nei pennacchi, le lunette con scene della Vita di san Pietro Martire, l’arco trionfale e la controfacciata l’Annunciazione e l’Assunzione [De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 117].

Ogni raffigurazione del ciclo ha un solo punto di fuga, che risulta esterno alla composizione facendo sì che si unificassero le scene delle lunette. L’artista, tuttavia, nel disegno si distacca dai classici canoni toscani attenuando i contorni e la rigorosità geometrica della prospettiva: è infatti il gioco luministico a rendere naturale la scena con la graduale dilatazione spaziale e volumetrica, offrendo un esempio di quella che poi fu considerata “prospettiva lombarda” [De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 117].

Cenni ancora presenti di plasticismo del periodo padovano con alcune integrazioni ferraresi si evidenziano invece nei dipinti di più piccolo formato, tra i quali si ricorda Madonna col Bambino dall’intensa caratterizzazione fisionomica, attualmente custodita Musei Statali di Berlinesi.

I dipinti realizzati fra il 1470 e il 1485 indicano la totale maturità del Foppa, ormai diventato il massimo esponente (fino almeno alla comparsa di Leonardo) della pittura nelle regioni della Lombardia, Liguria e Piemonte.

È riferita al 1478 l’Adorazione del Bambino di Detroit: un brutale restauro l’ha purtroppo resa in pessime condizioni.

A Pavia l’artista collaborò con Bonifacio Bembo (1420 – 1480) e Zanetto Bugatto (Milano, documentato dal 1458 – 1476) nella decorazione della maestosa Ancona delle Reliquie (opera andata distrutta), commissionata dal duca Galeazzo Maria Sforza (1444 – 1476) per il Castello.

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