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Breve biografia di Jan Vermeer

Breve biografia di Jan Vermeer ( Delft 1632 – 1675)

Pagine correlate all’artista: Le opere – Il periodo artistico – La critica – bibliografia.

Cristo in casa di Marta e Maria, cm. 141, National Gallery of Scotland, Edimburgo.

Jan Vermeer nasce il 31 ottobre del 1632 a Delft, città sul fiume Schie nell’Olanda meridionale vicino al porto di Rotterdam, ma vi è, chi attribuisce questa data, al giorno del suo battesimo. Il padre Reyner, di religione protestante, è un tessitore di professione e pare che si occupi anche di commercio di opere d’arte.

     Nel 1641 Reyner Vermeer diventa anche locandiere, in quanto, con la moglie Digna, anch’ella protestante e sposata nel 1615, acquista una locanda: “La Machelen” (nome derivante da una famosa torre belga).

Dell’infanzia, ma un po’ di tutta la vita di Jan Vermeer  non si conosce granché. Uniche fonti di una certa attendibilità sono qualche documento ufficiale ed alcuni commenti scritti, lasciati casualmente da artisti suoi contemporanei. Anche artisticamente, per lungo tempo poco conosciuto, viene riscoperto e rivalutato a partire dagli anni del tramonto dell’Ottocento.

     Anche dove, come e quando, il futuro artista svolga il suo apprendistato rimane cosa un po’ incerta, ma pare, che per sei anni, sempre a Delft egli frequenti come allievo Carel Fabritius (Middenbeemster 1622 – Delft 1675), anticipatore della sua futura tecnica.

     Nel 1652 muore il padre e Jan diventa erede sia della locanda che degli affari commerciali riguardanti le opere artistiche.

     Praticante del protestantesimo come i genitori, si converte al cattolicesimo prima dell’aprile 1653, mese in cui si unisce in matrimonio con  Catherina Bolnes, giovane cattolica appartenente ad una famiglia nobile e molto agiata.

     La coppia, quasi subito dopo le nozze, va a vivere nel quartiere cattolico di Delft dove abita la madre della sposa Maria Thins, vedova altolocata che avrà un ruolo molto importante nella futura vita artistica di Jan, in quanto non si rifiuta di usare buona parte dei suoi redditi per fronteggiare e sostenere il genero, tutto preso dall’imporsi nel mondo dell’arte pittorica.

     I coniugi Verner-Bolnes ebbero quattordici figli: la prima, ricevette il nome di Maria in onore della nonna Thins e tre di questi morirono prima del padre.

L’atelier, cm. 100, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

Sempre nel 1653 Vermeer entrò a far parte della corporazione (la Gilda) dei Pittori di san Luca di Delft, divenendo in seguito un importante e stimato membro, e poi Capo del Consiglio, anche se “voci” riportano che inizialmente egli non pagasse la quota di ammissione: questo indurrebbe a pensare a difficoltà economiche. Altre “voci”, invece, dicono che uno dei più facoltosi cittadini di Delft, Pieter van Ruijven, acquistò un buon numero di quadri suoi e si prestò a fargli da mecenate.

    Una personale interpretazione della prospettiva, basata sull’attenta distribuzione dei valori di tonalità dai primi piani agli sfondi si apprezza nella “Fanciulla assopita” del 1665 c.a. (New York, Metropolitan  Museum of Art).

    Altre opere importanti, quali “La lattaia” del 1660 (Amsterdam, Rijkmuseum), una delle più famose della pittura del genere olandese del ‘600, offre una immagine di serenità domestica molto suggestiva e particolare.

Donna con brocca, cm. 40,5, Metropolitan Museum, New York N.Y.

Nella  “Veduta di Delft”, del 1660 c. a. (L’Aia, Mauritshuis), veduta della propria città natale, è evidente l’interesse per la luce atmosferica ed i suoi effetti sul paesaggio. Altre opere dai dipinti significativi e divenute celebri per gli effetti di luce e colore sono: “Fanciulla con una brocca” del 1663, (New York, Metropolitan Museum of Art), “Soldato con fanciulla ridente” del 1657, (New York, Frick Collection), la “Ragazza con cappello rosso”  del 1667, (Washington, Gallery of Art) e “Fanciulla con turbante” alias “La ragazza con l’orecchino di perle”  del 1665, (L’Aia, Mauritshuis), completamente restaurato nel 1994, pare rappresenti una giovane domestica, certa Griet, sogno proibito di Vermeer e sua musa ispiratrice.

Ragazza con turbante, cm. 49, Mauritshuis, l’Aia

  “Lo studio del pittore”  alias “L’arte della pittura” del 1665-1670, (Vienna, Kunsthistorisches Museum) è uno splendido esempio dell’arte di Jan Vermeer essendo una precisa rappresentazione di interno domestico, secondo le modalità rappresentative proprie dell’artista.

     Nel 1672, quando tutto in casa Vermeer pareva andare per il meglio, l’invasione Francese in terra d’Olanda provoca una profonda crisi finanziaria che determina il crollo delle richieste dei beni di lusso tipo i dipinti, per cui il pittore-mercante ne risente molto, ed è costretto a contrarre debiti su debiti che si protrassero sino ad essere ereditati  dai figli.

     In un documento ritrovato, la moglie Catherina attribuisce la morte del consorte allo stress derivato appunto dai gravi problemi finanziari. Tuttavia, la vedova si dedicò molto sia a saldare i conti dei creditori che a salvare parte della casa e delle opere lasciate dal marito.

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