Citazioni e critica su Raffaello Sanzio (citazioni tratte dai “Classici dell’Arte”, Rizzoli Editore)
Il pensiero critico degli studiosi di Storia dell’arte su Raffaello:
Qualvolta il pittore si sia proposto di provocare e di vincere le difficoltà dell’arte per gloria sua, crediamo che abbia preferito al retto fine l’amore di se medesimo.
Qualvolta il pittore si sia proposto di provocare e di vincere le difficoltà dell’arte per gloria sua, crediamo che abbia preferito al retto fine l’amore di se medesimo. Onde ammiriamo nelle ultime dipinture di Raffaele ciò ch’è difficile, ed in questa parte le anteponiamo alle prime : ma più ci tocca la efficace e modesta semplicità della Disputa, cui non manca niuna finezza d’artifizio, con tutto che confessiamo che gli artifizi di Raffaele non sono mai giunti ad eccedere. A. bianchini, Del purismo delle arti, 1836.
… Perviene a unire il sentimento più alto, più conforme alle esigenze della Chiesa e alla missione religiosa dell’arte, con una conoscenza assoluta e una riverenza amorosa degli aspetti naturali in tutta la vivacità delle loro forme e colori, con un senso illuminato del bello antico. Tuttavia la sua grande ammirazione per l’ideale bellezza dell’antichità non lo condusse a imitare e far proprie così come sono le forme create dalla scultura greca e da essa condotte a perfezione ineguagliabile;
ma fu pago di ispirarsi in via generale al principio di libera. bellezza che quelle forme aveva originato, penetrandolo sempre in maniera personale, con profondità d’espressione, una chiarezza serena e un talento esecutivo, prima di lui sconosciuti in Italia. Propriamente nell’elaborazione, nell’armoniosa combinazione di tutti questi elementi si rivelò la maestria di Raffaello, consentendo il grado di elevatezza che ben conosciamo. G. W. F. hegel, Vorlesungen uber die Aesthetik, 1836-38.
Per puro che sia, RafFaello non è che uno spirito materiale all’incessante ricerca del solido; ma quella canaglia di Rembrandt è un potente idealista che fa sognare e indovinare più in là. q baudelaire, Oeuvres. 1846.
Non si abbandona mai al soggetto : rimane sobrio, moderato, evita di giungere all’estremo del movimento e dell’espressione, depura i tipi e adatta gli atteggiamenti. Questo naturale talento della misura, l’istinto affettuoso …, questa delicatezza morale e fisica che l’induce a scegliersi ovunque le creature più nobili e dolci, tutto quanto è felice, generoso e degno di tenerezza, questa straordinaria fortuna d’essersi imbattuto nell’arte Ul’apice estremo fra il concludersi della fase preparatoria e la decadenza, questa felicità unica di una doppia preparazione che, dopo avergli indicato l’innocenza e la purezza cristiane, gli fece sentire la forza e la gioia pagane : tutti quei doni e quelle congiunture furono necessari per condurlo alla vetta. H. taine, Voyage en Italie, 1866.
Questa Scuola d’Atene con i tre quadri compagni, che comprendono nel loro sviluppo storico teologia, poesia e giurisprudenza, è il poema della cultura, di così larghe proporzioni come il Paradiso di Dante, aggiuntovi il Limbo. F. de sanctis, Storia della letteratura italiana, 1870.
… le più elevate qualità morali si uniscono, nell’opera di Raffaello, ai prodigi dell’esecuzione tecnica. Nella sua pittura c’è dell’altro, oltre alla bellezza dei contorni, definiti divini, alla magia del colore : dovunque splendono una tenerezza squisita, una fede serena e profonda nell’umanità, l’amore per ciò che è puro, grande e nobile … Orbene, in mezzo alla corruzione generale, Raffaello conserva una serenità che non si è mai smentita; egli crede al bene, al bello e si sforza di render partecipi delle proprie convinzioni i contemporanei, per i quali le sue opere sono come un incitamento immanente alla virtù. Che contrasto! Da un lato tutti i vizi, dall’altro la glorificazione di quanto è nobile nell’uomo : giustizia, libertà, scienza. Raffaello, che in ciò appare degno discepolo della Grecia, si libra al disopra degli interessi e delle passioni contingenti, domina la tempesta e costruisce, sullo scoglio di cui parla Lucrezio, questa libera dimora che i flutti non potranno raggiungere e nella quale l’umanità trova un rifugio eterno. E. muntz, Raphael, sa vie, son oeuvre et son temps, 1881.
Ero andato a vedere quel quadro [Madonna della seggiola a Firenze] per spassarmela; ed ecco che mi trovo davanti alla pittura più libera, più salda, più meravigliosamente semplice e viva che sia dato di immaginare. P. A. renoir, corrispondenza (1881-82).
Con lo stile idealistico, nell’arte di Raffaello abbiamo il più caldo corrispettivo possibile di caratteristica individualità; e una presa sul reale, sulla verità della natura tanto gagliarda per quanto è compatibile con lo stile idealistico. Appunto in ciò Raffaello rimane insuperato : è il più vivo, il più acceso, il più intimo fra tutti gli idealisti della pittura. Perciò dobbiamo protestare contro il concetto convenzionale — alimentato dalle cattive riproduzioni moderne, classicistiche e dolciastre, di tanti profani — secondo cui Raffaello sarebbe un inverosimile bamboccio di zucchero. Invece si tratta d’un figlio di razza sana, sicuro padrone di se stesso. R. vischer, Studien fiir Kunstgeschichle, 1886.
Le figure della Disputa sono nobilmente ideate, come sempre nelle migliori opere di Raffaello. Ma, immaginando abolito il senso spaziale, che cosa diventano la solenne dignità, la gloria, irradianti da tali figure? Sparite, come il segno della divi nità da un personaggio divino. E l’altro affresco, della Scuola d’Atene, soffrirebbe ancor più da un simile trattamento. …
Ma nella nostra civiltà è un altro elemento che, sebbene meno rilevante alla vita intellettuale e di minore interesse per l’immaginazione pittorica, è considerato moralmente superiore e poeticamente più sublime : l’elemento ebraico, pervenutoci dal Vecchio e Nuovo Testamento. … Raffaello compiè questo miracolo : che anche quando leggiamo i classici ebrei, li accompagnamo d’immagini elleniche. Che influsso ha così esercitato sulla cultura moderna, ellenizzando l’unico elemento capace di opporsi all’ellenismo! B. berknson, The Italian Painters of the Renaissance, 1897.
… Oggi il pubblico … è ormai uso a scoprire altrove il valore delle figurazioni: nell’espressione dei visi, nei rapporti spirituali intercorrenti, per così dire, fra i vari personaggi … e soltanto pochissimi intuiscono che il valore essenziale di questi quadri non risiede nel particolare, sì nell’armonica fusione dei gruppi, nel ritmo impresso a tutta la visione. Sono creazioni decorative del più alto stile, assumendo però ‘decorativo’ non nel senso usuale: intendo, cioè, figurazioni il cui valore essenziale non risiede in una testa isolata e neppure nel nesso psicologico, ma nell’ubicazione delle immagini entro lo spazio e nel rapporto che così si attua fra loro. Raffaello sapeva come nessun altro prima di lui ciò che possa piacere all’occhio umano. H. woelfflin, Die Klassische Kunst, 1898.
… Ciò che si vede [nelle sue composizioni] è una folla di bei motivi armonici concatenati fra loro con una simmetria evidente o recondita, oppure per contrapposto. M. Dvorak, Geschichte der italienischen Kunst (1918-21), 1927-28
… essendo sentimentale in maniera molto più franca e volgare [di Fra’ Bartolomeo della Porta], Raffaello tende a dimostrarsi più superficiale e — la parola non è poi eccessiva — a volte anche Sciocco. R. Fray Transomations, 1926.
L’ideale di Raffaello consiste in un equilibrio morale calmo e sereno che ignora completamente la passione … mentre all’ideale michelangiolesco di fermezza e di energia corrispondevano forme tetragone e un intimo, contenuto senso di movimento, qui invece è tutto facile e chiaro fluire di curve … M. marangoni, Saper vedere, 1933.
Quando la Dafne della favola è trasformata in alloro, deve passare da un regno a un altro. Una metamorfosi più sottile e non meno singolare, rispettando il corpo di una bella giovane donna, ci conduce dalla Madonna Orléans alla Madonna della seggiola, questa meravigliosa composizione che ha un andamento così puro e armonioso. Ma propriamente nelle composizioni dove s’intrecciano ampie ghirlande umane gustiamo la parte più geniale in fatto di armoniche variazioni, che combinano e ricombinano, più volte, figure in cui la vita delle forme non ha altro fine che se stessa e il proprio rinnovarsi. I dotti della Scuola d’Atene, … i pescatori della Pesca miracolosa, Imperia seduta ai piedi di Apollo, inginocchiata davanti a Cristo, sono le elaborazioni successive di un concetto formale che ha come base il corpo dell’uomo e che lo usa nel gioco delle simmetrie, dei contrapposti e delle alternanze. La metamorfosi delle figure non altera i dati della viita, ma compone una nuova vita. non meno complessa di quella dei mostri della mitologia asiatica e dei mostri romanici. H. Focillon 1934.