La Pittura di Raffaello Sanzio – 2
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Pagine correlate all’artista: Biografia di Raffaello – Le opere di Raffaello – Raffaello dalle Vite di Vasari (pdf) – Bibliografia – La pittura di Michelangelo – La pittura di Leonardo.
Nelle Madonne del periodo fiorentino di Raffaello, cioè quella della Sacra famiglia Canigiani (1507 – 1508, Monaco Alte Pinakothek) e del Cardellino (Galleria degli Uffizi), il gruppo di figure prende un andamento piramidale ed è collocato in uno spazio ricco di profondità, dove il cromatismo digradante dell’atmosfera definisce i piani paesaggistici.
Osservando le due composizioni si nota la completa libertà di torsione di entrambi i gruppi di figure in primo piano, che richiama le forme piramidali leonardesche. Anche in queste opere gli atteggiamenti delle figure sono colmi di calda umanità e gli sguardi sono dolci e teneri.
Da questi dipinti emerge che la lezione di Leonardo si fa più completa perché, oltre alla composizione piramidale ed alla degradazione atmosferica, viene aggiunta la bruna tonalità del terreno.
Ma occorre tenere presente che Raffaello, già da questo periodo è perfetto nella ritrattistica ed eccellente nella trasfigurazione e nell’idealizzazione, come testimoniano i ritratti di Agnolo Doni e della moglie Maddalena Strozzi (Palazzo Pitti), dove tuttavia è molto forte l’influsso leonardesco per il taglio simile a quello della Gioconda; infatti Raffaello introduce le mani in entrambi i ritratti, che, delineate con stupenda eleganza, conferiscono un alto valore estetico alle due opere.
In questi dipinti Raffaello predilige soprattutto esprimere le sue umane caratteristiche nella figura, che diventa imponente con lo sguardo fermo e consapevole dell’ottima reputazione e del valore nel proprio rango sociale.
Maddalena Strozzi viene rappresentata in un sontuoso vestito ed adornata da splendidi gioielli attestanti le sue alte virtù. L’elegante collana portata con orgoglio è un gioiello nel quale sono montate tre pietre differenti con precisi significati: la forza del rubino, la castità dello smeraldo e la purezza dello zaffiro.
Con la sua straordinaria proprietà di assimilazione, Raffaello – ispirandosi all’Antico per la struttura compositiva ed a Michelangelo per la realizzazione di forti effetti plastici – colloca le masse in contrapposizione e raffina la sua ricerca nell’anatomia come evidenzia la Deposizione (realizzata nel 1507 ed attualmente nella Galleria Borghese, Roma).
Questo è uno dei tanti periodi in cui Roma richiama artisti da ogni parte della nostra penisola, per cui anche Raffaello vi mette piede come già lo precedette il suo conterraneo Bramante: papa Giulio II gli commissiona la decorazione di quattro stanze del Palazzo Vaticano.
Da questo momento il linguaggio di Raffaello assume un nuovo aspetto sia nei quadri da cavalletto che nelle grandi opere di affresco: la grazia e l’eleganza vengono sostituite da energica pienezza visibile nella Madonna di Foligno (1512), ricca di armoniose variazioni cromatiche alla maniera dei pittori veneti del suo periodo, e nella bellissima Madonna della Seggiola (1513, Palazzo Pitti) strutturalmente adeguata, come le altre Madonne del periodo fiorentino, alla forma rotonda del supporto, dove crea andamenti ritmici circolari. L’eleganza formale è sostenuta da una struttura compositiva geometrica impostata su curve e controcurve.
Così nella ritrattistica, dove Raffaello puntualizza finemente non soltanto l’aspetto esteriore ma anche quello psicologico, vengono idealizzate le migliori virtù del personaggio raffigurato avvalendosi della variazione cromatica. A questa serie di ritratti appartengono Tommaso (Fedra) Inghirami (Boston, Museo di Gardner) in abito talare di un rosso infuocato; Baldassarre Castiglione (Louvre), un tranquillo nobiluomo; la Velata (Palazzo Pitti) raffigurata con una tonalità calda, intensa e voluttuosa.
In Raffaello, quello che avviene nella pittura da cavalletto, avviene anche nelle grandi opere di affresco, specialmente in quelle commissionate da papa Giulio II per la decorazione delle quattro stanze del Palazzo Vaticano. Qui egli enfatizza il credo cristiano con un pregiatissimo classicismo, nel rispetto di quei concetti dottrinali già tanto cari al Primo Rinascimento.