Giorgione: Autoritratto
Al secondo elenco opere del Giorgione
Sull’opera: “Autoritratto” è un dipinto prevalentemente attribuito al Giorgione, realizzato su tela, misura 52 x 43 cm. ed è custodito nel Herzog Anton Ulrich Museum (Braunschweig).
Il Vasari cita l’opera, nella sua riedizione de “Le Vite” (1568), che osservò presso la residenza del patriarca Grimani: “(bellissime) ….. teste” di Giorgione, in particolare “una fatta per David (e per quel che si dice è il suo autoritratto) con una zazzera, come si costumava in quei tempi, infino alle spalle, vivace e colorita che par di carne; ha un braccio e il petto armato col quale tiene la testa mozza di Golia”.
Da documentazioni certe si sa che l’opera, nel 1648, era ad Anversa ed apparteneva a Jacopo e Giovanni van Verle (fonte; Rdolfi). Nel 1737 passò nella collezione del duca di Braunschweig, dove risulta catalogata – nel 1776 – come autoritratto di Raffaello Sanzio.
Più tardi gli studiosi di Storia dell’arte attribuivano il dipinto al Dosso. Soltanto nel 1908, con lo Justi in testa, si incominciarono ad avvertire i collegamenti con la citazione de “Le Vite”.
Un esame radiografico eseguito nella seconda metà del Novecento mise in evidenza, sotto l’attuale raffigurazione, chiare tracce di una Madonna col Bambino con caratteristiche prettamente giorgionesche. Questo rafforza in un certo qual modo l’ipotesi secondo il quale dovrebbe trattarsi effettivamente un pregiato autografo del Giorgione.
Tuttavia Lionello Venturi, Pallucchini e Longhi non sono assolutamente d’accordo e la credono una copia, mentre il Berenson l’attribuisce a Palma il Vecchio.