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Pittore e scultore Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta

Il Vecchietta (Siena, 1410 – Siena, 1480)

L'"Arliquiera" in Santa Maria della Scala
Sopra, un’opera dell’artista: L'”Arliquiera” in Santa Maria della Scala a Siena.

Biografia di Lorenzo di Pietro

 Vecchietta nacque a Siena nel 1410 e in questa città svolse gran parte della sua attività artistica.

Prima delle importanti recenti scoperte documentarie (1970) di Carlo del Bravo, la nascita dell’artista era considerata per tradizione riferita al 1412 e a Castiglione d’Orcia (SI).

Altri documenti lo riportano iscritto all’arte dei pittori di Siena dal 1428.

Negli anni Sessanta compaiono anche le prime committenze relative alla scultura e, successivamente, altri prestigiosi incarichi per opere di architettura e ingegneristica militare.

La formazione artistica del Vecchietta risentì gli influssi dei conterranei Sassetta e Jacopo della Quercia (Siena, 1374 circa – Siena, 1438) ma anche di pittori fiorentini quali Masolino, Masaccio e Donatello (Firenze, 1386 – Firenze, 13 dicembre 1466). Ebbe a sua volta allievi come Francesco di Giorgio e Neroccio de’ Landi.

Il Vecchietta impiegò gran parte del suo periodo artistico per i numerosi lavori all’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, tanto che gli fu appioppato l’appellativo di “Pittor dello spedale”.

Datato 1441 è l’affresco con la Visione del beato Sorore, realizzato per il Pellegrinaio dello stesso ospedale, ove viene rappresentato un sogno della madre di Sorore, il mitico calzolaio che fondò quel luogo di cura e sofferenza. Nello stesso ciclo di affreschi parteciparono anche Priamo della Quercia (Siena, 1400 circa – Siena, 1467) e Domenico di Bartolo.

Nel 1445 l’artista in esame realizzò un armadio porta-reliquie destinato alla Cappella del Sacro Chiodo (conosciuto anche come Sagrestia Vecchia) che attualmente viene conservato nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Per lo stesso ospedale, oggi chiamato “Complesso museale di Santa Maria della Scala”, realizzò, tra i 1446 ed il 1449, altri affreschi con gli Articoli del Credo. Intorno al 1476, per l’altare maggiore della chiesa della Santissima Annunziata, situata entro lo stesso complesso, il Vecchietta creò una scultura bronzea con l’immagine del Cristo risorto, dalla quale si evidenzia il chiaro influsso di Donatello.

Nel periodo 1467-72 era impegnato nella lavorazione del ciborio in bronzo per lo stesso ospedale, che portato a compimentovi rimase fino al 1506, quando fu trasferito sull’altare maggiore del Duomo di Siena. A proposito di tale opera il Vasari scriveva: «Questa colata, è ammirevole, ha acquisito grande fama e notorietà per lui a causa della proporzione e la grazia che mostra in tutte le sue parti, e chi osserva questo lavoro può ben vedere che il disegno è buono, e che l’artigiano è stato un uomo di giudizio e con la capacità di praticare».

Nel biennio 1477-78, eseguì un polittico raffigurante la Madonna col Bambino affiancata da san Pietro, san Lorenzo, san Paolo, san Francesco e due cherubini; l’opera è custodita attualmente nella Pinacoteca Nazionale di Siena.

Altre opere di Vecchietta

Negli anni Cinquanta il maestro eseguì, con l’aiuto dei suoi allievi, una serie di affreschi per il Battistero del Duomo di Siena. In essi appaiono quattro apostoli (ubicati sulla volta della prima campata della navata centrale), dodici articoli del Credo (dipinti sulle volte della seconda campata), l’Assunzione (che appare sul grande arco dell’abside) e tre narrazioni della vita di Gesù (raffigurate in basso dell’abside).

Una statua di bronzo, eseguita per la tomba del celebre giurista senese Mariano Sozzini, si trova oggi esposta al Museo Nazionale del Bargello a Firenze. In precedenza l’opera si trovava nella chiesa di San Domenico.

Le sculture di San Pietro e San Paolo, realizzate tra il 1458 ed il 1462, di cui il Vasari ne elogiò la bravura vedendole «scolpite con consumata grazia e maestria multa».

Una statua d’argento raffigurante Santa Caterina da Siena, opera realizzata nell’anno (1461) della canonizzazione della santa ed andata dispersa dopo l’assedio di Siena del 1554-55.

Opere realizzate fuori Siena

Il dipinto che spicca fra quelli eseguiti fuori Siena è l’Assunzione (1451, una tavola attualmente custodita presso il Duomo di Pienza), creata su commissione di Papa Pio II (Corsignano, 1405 – Ancona, 1464). Alla Galleria degli Uffizi a Firenze si può ammirare una pala con la rappresentazione della Vergine e santi.

L’artista fu attivo, probabilmente dal 1435 al 1439, anche a Castiglione Olona (Varese), ove decorò la cappella di San Martino di Palazzo Castiglioni con una serie di affreschi, recentemente scoperti dallo storico a noi contemporaneo Carlo Bertelli. Sempre nello stesso periodo del Vecchietta è documentata la presenza in quel borgo di Paolo Schiavo  e Masolino da Panicale. Alcuni studiosi, tra i quali citiamo Maria Beltramini e Antonio Natali, ipotizzano l’autografia del Vecchietta anche nel progetto della chiesa del Corpus Domini (conosciuta anche come Chiesa di Villa), che si trova di fronte al palazzo di Branda Castiglioni.

Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta morì a Siena nel 1480.

Bibliografia:

C. Bertelli, Masolino e il Vecchietta a Castiglione Olona, in “Paragone Arte”, anno ed. 1987, riferimenti alle pagine 25-47.

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