Pagine correlate al Simbolismo nella Pittura: Pittori simbolisti A-M – Pittori simbolisti M-Z – Periodo Pont-Aven e i Nabis – Preraffaelliti
Il movimento simbolista
Il Simbolismo è una corrente artistica che ha origine in Francia nell’Ottocento, verso la fine degli anni Ottanta, in contrapposizione all’Impressionismo ed al Realismo. Trattasi di un nuovo linguaggio espressivo per manifestare emozioni, idee e comportamenti, con l’uso di parole nella poesia e di immagini nella pittura.
Nel campo pittorico, gli esponenti che più hanno caratterizzato il movimento simbolista sono Gustave Moreau, Olidon Redon e Pierre Puvis de Chavannes.
La massima espressività del Simbolismo si raggiunge con le opere di Gauguin.
Simbolisti si possono definire anche il gruppo dei Nabis ed il gruppo dei Preraffaelliti.
Questo movimento interpreta il mondo naturale come un complesso di simboli appartenenti ad una realtà completamente diversa da quella in cui viviamo quotidianamente, mentre l’universo è concepito come una struttura in cui tutti i componenti hanno una corrispondenza reciproca.
Il poeta e l’artista hanno il compito di intuirne le relazioni e scoprire i simboli, raffigurandoli nelle proprie opere.
Il termine “Simbolismo” stabilisce un preciso indirizzo artistico degli ultimi due decenni dell’Ottocento, nel quale si sostiene una visione della natura volta a cogliere la realtà interiore come qualcosa di profondo e suggestivo, tanto da dover essere evocata, più che descritta.
Evocazione ed assenza descrittiva sono le due caratteristiche principali di questo linguaggio espressivo, tali da mettere in allarme i realisti che considerano senza significato le opere partorite dal Simbolismo: vedono annientata l’idea della ricerca e del progresso e, compromesso l’integrale cambiamento dei procedimenti dell’arte. Altri canoni che caratterizzano il Simbolismo sono: la sintesi, l’idealismo, l’emotività, il soggettivismo ed il decorativismo.
Il Simbolismo ha nelle sue fondamenta le tendenze dell’arte romantica dei primi decenni dell’Ottocento e trova delle salde relazioni con identici indirizzi della letteratura, della poesia, della musica e della filosofia contemporanee, proponendosi in fattori di sintesi e di unione delle arti.
Benché il suo avvento ufficiale abbia una data ben precisa, 1886, anno nel quale Jean Moréas lancia in una pagina di “Le Figaro” il manifesto della poesia simbolista (ma indirizzato anche alla pittura), già molto tempo prima, diversi pittori ostentavano il bisogno di esprimere il mondo reale con un linguaggio che andava oltre la percezione visiva, concentrandosi soprattutto sulla spiritualità del contenuto, sulle analogie e sull’enigmaticità in esso presente.
“L’idealismo platonico” presuppone che la realtà sia formata dalla pura idea, e questo comporta che il pittore, in qualità di veggente, traduca i significati profondi e li riporti sulla tela in forme sensibili e comprensibili da tutti: l’artista dunque, deve riuscire ad esprimersi oggettivando il soggettivo, andando cioè in netta controtendenza alla tradizione sin qui seguita, cioè quella di rendere soggettivo l’oggetto, come sostiene Gustave Kahn.
I primi a percepire corrispondenze tra colori, profumi e suoni sono i poeti e, nelle loro poesie alludono alle indecifrabili affinità fra la visione reale e l’invisibile. Ben presto verranno affiancati anche dagli scienziati, tra i quali Jean Martin Charcot e Eduard von Hartmann, che incominceranno ad interessarsi all’immaginario, studiando il sogno e riconoscendolo come mezzo di espressione, e soprattutto, come corrispondenza figurativa di quel fantasma poetico che si trova nel profondo dell’animo umano.
La diffusione del Simbolismo ha una portata enorme che invade, in breve tempo l’intera Europa, anche se con configurazioni tra loro ben differenziate. Gli elementi comuni che caratterizzano questo movimento sono la reazione al realismo, con il rifiuto più o meno completo della figurazione oggettiva (sentito in maniera diversa in alcuni Paesi) e la rinuncia alla rappresentazione di temi legati al mondo attuale ed alla contingenza, con il fermo intento di dare sostanza al contenuto, riferendosi alla cultura poetica, al mito ed all’indagine dell’anima.
Un’anticipazione delle tematiche simboliste, come già detto sopra, si può rintracciare nell’avventura, durante gli anni settanta, dei preraffaelliti riuniti intorno a Dante Gabriele Rossetti (Londra, maggio 1828 – Birchington, aprile 1882), ma è da attribuire soprattutto agli artisti francesi il ruolo predominante nel dibattito estetico, che si sviluppa intensamente attraverso le più importanti riviste e negli scritti di filosofi e letterati.
Concludendo e ricordando
- Nelle arti figurative il movimento nasce e si sviluppa seguendo le teorie e le tecniche dei neoimpressionisti.
- I simbolisti si ispirano soprattutto al soggetto “natura” da cui attingono con netta convinzione.
- Le opere create dai simbolisti – per via della rappresentazione dei loro contenuti, assai articolati e spesso difficili da decifrare – sono assai apprezzate da un pubblico colto e dall’animo sensibile.
- Le pitture simboliste evidenziano la volontà dell’artista di superare la netta visività – sempre presente nelle composizioni impressioniste – creando in essa un mondo spirituale e superando anche le scientificità neo-impressioniste.
- I pittori simbolisti sono alla continua ricerca delle corrispondenze tra mondo reale e mondo travisato dalle sensazioni soggettive. Le loro opere sono integrate con la propria spiritualità in relazione a ciò che percepiscono – a loro modo – nella realtà.
- Al Simbolismo si accostano quegli artisti postimpressionisti che hanno lo scopo di andare oltre la semplice rappresentazione visiva per integrarla, o sostituirla, con l’espressione del proprio modo di vedere.
- I pittori aderenti a questo movimento nelle loro composizioni rifiutano la resa dell’illusione ottica. Queste vengono infatti trasfigurate ed esaltate con linee e coloristiche ispirate dalla loro soggettiva emotività, in relazione al momento ed al soggetto da riportare sulla tela.