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Tecnica del Guazzo o Gouache
La tecnica del guazzo o, detto alla francese del gouache, impiega un tipo di pigmento che ha la stessa natura della tempera, ma è reso leggermente più consistente con l’integrazione di gesso o biacca insieme ad un composto di gomma arabica.
La soluzione finale è un pigmento con un colore leggermente più opaco della normale tempera. La tecnica del gouache era già conosciuta e praticata nell’Europa del Cinquecento e veniva impiegata prevalentemente per eseguire bozzetti preliminari per grandi lavori a olio. Nel Settecento si diffondeva in Francia e nell’Ottocento veniva impiegata largamente per la realizzazione di cartelli pubblicitari.
Due sono i problemi che da sempre questa tecnica trascina con sé.
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Il pigmento che viene steso sul supporto ha un colore che cambia con il processo di essiccazione, quindi quando si lavora in più riprese occorre tenerne conto.
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Bisogna fare attenzione allo spessore dello strato da stendere, perché si formano delle microfessure che rimangono anche dopo l’essiccazione, togliendo uniformità e bellezza al dipinto. A questo si può bene ovviare rendendo più pastosa la composizione con l’aggiunta di acquapasto, aumentando però il problema descritto al punto 1.
Un’opera a guazzo, a prima vista, può essere benissimo confusa con un dipinto a olio. La sua luminosità, data dal caratteristico colore perlaceo, deriva proprio dall’aggiunta della biacca o gesso. Questa tecnica viene ancora felicemente impiegata nella produzione di decalcomanie e negli attuali ambienti scenografici.