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Graffito

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Graffito

La tecnica del graffito consiste nel disegno realizzato con pittura a spray (generalmente in bombolette o aerografi) su pareti, murali o superfici di altra natura, fisse o mobili (esempio vagoni ferroviari).

I disegni e le raffigurazioni pittoriche possono rappresentare le più svariate tematiche ma il graffito inteso nel senso puro è quello che lancia messaggi in un codice ben definito, che ha avuto una sua specifica evoluzione grafica, quella del “lettering”.

Le lettere che sembrano dei geroglifici indecifrabili, sono in realtà i tags, con i quali i graffitisti dialogano e si firmano, singolarmente o in gruppo (crew). Le frasi possono richiamare significati celebrativi, offensivi, di auguri, di contestazione (generalmente in lingua inglese), e possono essere decifrate solo da coloro che conoscono il gergo di questa caratteristica forma d’arte.

Una frase che può essere letta da un qualsiasi spettatore, anche se disegnata elegantemente, non è altro che un’imbrattatura di una parete murale da essere presto cancellata. I veri graffitisti non macchiano i muri se non per realizzare arte.

Il vandalismo non è graffito

Occorre perciò distinguere il vandalismo, anche quello fatto in buona fede credendo di diffondere arte, dal graffitismo reale originato dall’Hip-Hop, quel movimento nato negli Usa che, oltre la pittura, abbraccia la break-dance e la musica rap.

Il graffitismo è nato nel Bronx, da giovani ragazzi di colore, che desideravano mettersi in mostra con le loro originali creatività, in un modo del tutto caratteristico, per affermare che “Io esisto!” e “Io ci sono”.

Hip-Hop

L’Hip-Hop è arrivato anche in Europa e, iniziando dalla Francia e dalla Germania, è stato un vero ciclone che ha avuto il suo boom intorno al 1995.

Purtroppo è un movimento con molte sfaccettature e molto spesso i linguaggi espressivi non coincidono: oggi si sentono segni di cedimento nonostante alcuni comuni finanzino fondi e promuovano conventions, con la distribuzione gratuita di bombolette ed di altro materiale necessario ai graffitisti detti “WRITERS”, con l’offerta di ampi spazi agli artisti di breakdance ed ai creatori della musica rap.

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