Jean Dubuffet (Le Havre, 31 luglio 1901 – Parigi, 12 maggio 1985)
Cenni biografici
Jean Dubuffet nasce a Le Havre nel 1901 e muore a Parigi nel 1985. Influenzato dalla pittura dadaista ed animato da una violenta trasgressività artistica, nell’immediato dopoguerra, incomincia ad ispirarsi alla spontaneità della Pittura e del disegno infantile.
Le sue opere, che a prima vista sembrano disegni eseguiti dalla mano incerta di un bambino, contengono invece una carica ed un’intensità creativa notevole. Questi suoi lavori lo spingono a fare una ricerca sulle creazioni degli alienati mentali.
Riesce a raccogliere tanto materiale da allestire, nel 1947 e poi nel 1949, due mostre. Adesso quelle opere sono custodite nel museo Dell’Art Brut di Losanna (si veda il concetto della Art Brut).
Dubuffet affermava che: “ … Quei lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri ed autentici – dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono – sono, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti” [Jean Dubuffet, Place à l’incivisme].
Ed ancora: che l’arte grezza doveva “sorgere dal materiale […] nutrirsi delle iscrizioni, delle disposizioni istintive” e definiva la cui produzione come “lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture, ecc.) dal loro profondo e non stereotipi dell’arte classica o dell’arte di moda”.
Secondo il grande artista francese, l’Art Brut doveva essere anche distinta dall’arte popolare e da quella naïf, nonché dalle rappresentazioni – tuttavia spontanee – dei bambini.